Scritto da Gabriele Guzzi
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La questione su quale sia il livello ottimale di tassazione domina da sempre il dibattito economico, tra chi sostiene che deve essere alto e progressivo e chi invece vorrebbe liberare il sistema produttivo da tutte le frizioni che ne limitano le potenzialità.
In Italia, la discussione è tutt’altro che conclusa. Il governo M5s-Lega ha infatti promesso che vorrebbe superare l’attuale sistema impositivo introducendo una “quasi flat tax” su famiglie e imprese, suscitando aspre controversie sia in ambito politico che economico. Si tratterebbe di un tassa che, per le persone fisiche, dovrebbe fondarsi su due aliquote, il 15% per i redditi sotto gli 80 mila euro e il 20% per i redditi superiori, e su una struttura di deduzioni volte a garantire un certo grado di progressività.
Tale misura suscita interrogativi nel campo dell’equità distributiva e in quello dell’efficacia economica. In altri termini, un taglio di tali proporzioni alla pressione fiscale riuscirà a rafforzare l’uguaglianza di reddito e a irrobustire la crescita?
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Indice dell’articolo
Pagina corrente: Il dibattito sulla flat tax
Pagina 2: La flat tax: è giusto che il mondo sia ingiusto?
Pagina 3: Cambiare mentalità