Own this! Applicare il modello cooperativo all’economia digitale

Questo contributo è comparso nel numero speciale di Pandora dedicato alla cooperazione ed è incluso nell’anteprima del numero stesso scaricabile iscrivendosi alla newsletter. Trebor Scholz, noto per aver coniato il concetto di platform cooperativism (cooperativismo di piattaforma), è un cooperatore, attivista, professore associato alla New School di New York e membro del Barcelona Advisory Council on Technological Sovereignty. Nel 2016 ha pubblicato il libro Uber-Worked and Underpaid. How Workers Are Disrupting the Digital Economy.
«Non credere che i ricchi ti consentiranno di votare contro il loro benessere»
Lucy Parsons: Freedom, Equality & Solidarity – Writings & Speeches, 1878-1937
Immagina che Deliveroo o Uber siano posseduti dai loro stessi impiegati. Immagina una startup in Italia che decida realmente di costruire un business piuttosto che puntare a vendere soltanto al migliore offerente… una startup che offra qualcosa di cui gli esseri umani abbiano realmente bisogno, non soltanto un prodotto che è il frutto dell’immaginazione degli ingegneri della classe media nella loro ‘bolla aziendale’ alla Silicon Valley. Una piattaforma cooperativa.
Immagina Spotify come una cooperativa di lavoratori. O, soltanto per un istante, considera servizi come Twitter o Facebook ma controllati democraticamente da un network di cooperative di utenti. Immagina piattaforme a partecipazione condivisa che offrono lavori a persone appena uscite di prigione.
E mentre immagini tutto ciò, non dimenticare che non c’è nulla di inevitabile nel progresso tecnologico. Abbiamo visto giganti sconfitti in precedenza: ricordi Yahoo, Lotus, Friendster o MySpace? AOL (America on Line) perse a favore dell’Internet gratuito e il futuro di Microsoft venne cambiato da Linux.
Dunque, il cooperativismo di piattaforma, un concetto che ho sviluppato nel 2014, dopo essermi occupato di lavoro digitale per almeno un decennio, è stato reso popolare da numerosissime persone in tutto il mondo. La mia convinzione è che la forma economica e sociale delle cooperative – specialmente delle cooperative di lavoratori – possa diventare un fattore chiave per intervenire nell’economia digitale. Le cooperative devono essere prese in considerazione quando si tratta di ripensare il futuro del lavoro. Il pre-testo per la mia proposta è che, invece di razionalizzare l’economia digitale per la crescita e il profitto a breve termine di pochi, abbiamo bisogno di ottimizzarla per i lavoratori e per tutte le persone.
Il cooperativismo di piattaforma ha a che fare con l’applicazione pratica di duecento anni di storia delle cooperative – delle loro lezioni, dei loro principi e delle loro migliori pratiche – all’economia digitale. Ma cosa accada quando si uniscono cooperative e Internet è ancora poco chiaro.
Ma un passo per volta. Innanzitutto partiamo da una definizione di ‘cooperativa’. Di che cosa si tratta? Si definisce una cooperativa un’associazione autonoma di persone aggregatesi volontariamente per far fronte alle loro comuni necessità economiche, sociali e culturali e alle loro aspirazioni, attraverso un’impresa posseduta collettivamente e controllata democraticamente.
Che cos’è, invece, una ‘piattaforma’? Per gli scopi di questo articolo, una piattaforma è un’applicazione online o un sito utilizzato da individui o gruppi per connettersi tra di loro o per organizzare dei servizi.
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Indice dell’articolo
Pagina corrente: Economia digitale e cooperative
Pagina 2: Che cos’è il cooperativismo di piattaforma?
Pagina 3: Up&Go: un esempio nel settore dei servizi di pulizia domestici
Pagina 4: Il lancio di una start up cooperativa
Pagina 5: Le sfide poste alla crescita di una economia cooperativa digitale
Pagina 6: Costruire una nuova economia con e per le persone
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