Costruire la Data Valley: Agenda Digitale e competenze. Intervista a Paola Salomoni
- 30 Giugno 2022

Costruire la Data Valley: Agenda Digitale e competenze. Intervista a Paola Salomoni

Scritto da Giacomo Bottos

11 minuti di lettura

La trasformazione digitale prevede fondamentali investimenti tecnologici ma è fatta anche di sviluppo di competenze e capacità diffuse. In questa intervista Paola Salomoni – Assessore alla scuola, università, ricerca e Agenda Digitale della Regione Emilia-Romagna – affronta, nel quadro dell’Agenda Digitale regionale e degli interventi relativi all’attuazione del PNRR, i temi legati all’innovazione digitale e alle sue ricadute nella società: diffusione della connettività, cittadinanza digitale, ricerca e formazione e sviluppo di un ecosistema dell’innovazione.


Che cosa si intende per Agenda Digitale e quali sono gli elementi principali che prevede il percorso intrapreso in questo ambito in Emilia-Romagna? Quale ne è lo stato di attuazione?

Paola Salomoni: L’Agenda digitale dell’Emilia-Romagna è un documento di indirizzo che viene approvato ogni 5 anni dall’Assemblea legislativa e individua gli obiettivi della Regione Emilia-Romagna in ambito digitale. Insieme alle linee di indirizzo, l’agenda individua anche azioni concrete e target da raggiungere, per mantenere insieme il quadro degli obiettivi ampi con alcuni ambiti operativi che abbiano impatto immediato. L’Agenda attuale lavora su un arco temporale 2020-2025 e si pone l’obiettivo di fare dell’Emilia-Romagna una “Data Valley Bene Comune”, luogo di elaborazione e sviluppo delle soluzioni tecnologiche e di innovazione più avanzate, ma al tempo stesso in grado di assicurare una diffusione delle capacità, risorse e competenze digitali inclusive, per garantire pari opportunità a tutte le cittadine e tutti i cittadini e a tutti i territori. L’Agenda è stata elaborata a pandemia iniziata e presenta una visione di digitale pervasivo che diventa elemento trasversale, incluso in tutte le politiche “verticali”. L’Agenda coinvolge tutto l’ecosistema regionale, in ambito di imprese, ricerca, associazionismo e pubblica amministrazione, e di riflesso vede interventi nelle politiche di tutti gli assessorati. Una regione quindi che usa le tecnologie per una produzione agricola più sostenibile, per il controllo del territorio e la cura dell’ambiente, per valorizzare le proprie eccellenze e sostenere commercio, turismo e internazionalizzazione, per esaltare la vita culturale, avvicinarla ai giovani, offrire agli artisti opportunità creative inattese. La rendicontazione, considerata la pluralità delle azioni, è difficile da riassumere efficacemente. Si possono fare alcuni esempi delle azioni in corso: è in corso in queste settimane un’azione che si intitola “Ragazze Digitali” finalizzata a ridurre il divario di genere nel digitale e che vede coinvolte oltre 250 studentesse delle scuole secondarie di secondo grado della Regione, impegnate in corsi che si tengono in 7 sedi universitarie. Sempre in questi giorni stiamo inaugurando il WiFi libero, gratuito e veloce di EmiliaRomagnaWiFi sul waterfront, nel corso delle prossime due estati e quindi entro il 2024 sarà disponibile in tutti gli oltre 130 km della costa romagnola dai Lidi Ferraresi a Cattolica. Siamo impegnati su tanti altri fronti, ogni volta che iniziamo o completiamo uno step lo presentiamo puntualmente sul sito dell’Agenda Digitale.

 

Cosa prevede il PNRR per l’Emilia-Romagna negli ambiti di sua competenza?

Paola Salomoni: Le azioni PNRR che riguardano istruzione, ricerca, università e digitale sono davvero tantissime. La ricaduta sugli ambiti territoriali regionali è attuata con modelli diversi a seconda della Misura del Piano. Possiamo fare un esempio per ogni delega. La scuola è oggetto di molte misure PNRR, tra quelle già avviate e in fase operativa ci sono diverse azioni di edilizia scolastica, per le quali a livello regionale sono previsti complessivamente 237 milioni di euro, tra la messa in sicurezza antisismica, la costruzione di nuove scuole innovative, la realizzazione di asili e scuole materne ma anche di palestre e mense. In questo caso i fondi sono stati ripartiti a priori tra le Regioni e la maggior parte degli interventi specifici è già stata individuata, o attraverso pianificazioni regionali o attraverso bandi del Ministero istruzione. Per quanto riguarda l’Università, cito la Misura 4.1.7 che stanzia 250 milioni in più a livello nazionale per i prossimi due anni sul Diritto allo Studio Universitario. Non abbiamo ancora i riparti regionali, ma la misura ci ha consentito di alzare le borse di studio e, insieme a una azione della nostra programmazione FSE ci permette di aumentare anche la soglia di ISEE con cui accedere ai benefici previsti. Per la Ricerca, un’azione importante del PNRR è quella che crea 5 nuovi centri nazionali di ricerca, i cosiddetti “Campioni Nazionali”. A Bologna sorgerà l’Hub, il centro principale, sul calcolo ad alte prestazioni e al Centro partecipano le Università di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio-Emilia e Parma ma anche importanti industrie del territorio, come per esempio, Luna Rossa, Bonfiglioli Riduttori, Dallara Automobili e Ferretti Yachts. Questo centro avrà sede al Tecnopolo ed è stata proprio l’eccellenza nel supercalcolo che si esprime a Bologna, a portare in Emilia-Romagna questo Campione Nazionale. Infine, per il digitale, la maggior parte dei bandi della Missione 1 sono rivolti agli enti del territorio, comuni, scuole, AUSL e noi stiamo dando loro un supporto costante attraverso la nostra in house tecnologica, Lepida. Una Misura della Missione 1 che calerà sulle Regioni è la 1.7.2 “Centri di facilitazione digitale” che supporterà l’apertura di 200 centri di facilitazione sul territorio regionale, coinvolgerà 160.000 cittadini e sarà sostenuta da 8,7 milioni di contributo PNRR. Stiamo lavorando ad un progetto da presentare al Ministero dell’Innovazione tecnologica durante l’estate, contando in autunno di poter iniziare con le prime attività operative. Partiamo dalle molte esperienze regionali e del territorio con l’intenzione di lavorare insieme ai Comuni e alle Unioni, coinvolgendo il terzo settore perché questa è un’occasione da non perdere per recuperare tutte le marginalità sulle competenze digitali di base, per non lasciare davvero nessuno indietro.

 

Cosa si sta facendo per migliorare e rendere diffuso l’accesso a Internet, con tecnologie avanzate e diffusione nelle aree interne e periferiche?

Paola Salomoni: Proprio il PNRR pone a livello nazionale le pianificazioni su due temi centrali per la connettività: la fibra ottica e il 5G. Non potendo intervenire direttamente, a livello regionale stiamo attivando uno stretto monitoraggio del procedere di questi progetti, a partire dal Piano Banda Ultra Larga, in modo che sia chiara la loro evoluzione e i cittadini possano disporre di informazioni aggiornate su quale connettività è disponibile in ciascun territorio. Abbiamo un osservatorio regionale della connettività che mette online informazioni dettagliate a livello di numero civico e che abbiamo costruito insieme agli amministratori del territorio perché sia strumento efficace per loro e i cittadini. Nel 2020 abbiamo anche siglato un accordo con il Ministero dello Sviluppo Economico per sviluppare una parte importante della Rete in fibra per le Scuole statali. Entro la fine del 2022 tutte le scuole che Lepida si è impegnata direttamente a collegare, saranno connesse alla rete in fibra, un totale di 2.200 sedi scolastiche distribuite su tutto il territorio regionale. Contemporaneamente investiamo le nostre energie e capacità in tutti gli spazi in cui riusciamo a intervenire, anche grazie a Lepida, l’in house tecnologica che vede soci la Regione, tutti gli enti locali, le AUSL e numerosissimi altri enti pubblici del territorio. Tra gli interventi in questo ambito, un progetto importante è EmiliaRomagnaWiFi che fornisce un accesso ad Internet Wi-Fi facile, gratuito e veloce in piazze, ospedali e presidi sanitari, biblioteche, centri sociali e giovanili da Piacenza a Rimini. È la rete che stiamo portando anche sulla costa e nei luoghi dello sport. Poi insieme a Barbara Lori, che è Assessore alla Montagna, abbiamo il progetto “CELLMON” per contrastare il Digital Divide in particolare nelle aree montane con un piano che prevede la realizzazione, da parte di Lepida, di 28 tralicci con fondi della Regione Emilia-Romagna. Proprio in queste settimane abbiamo attivato il traliccio nel Comune di Farini dove 700 abitanti dell’Appennino piacentino saranno raggiunti dai servizi di telefonia e connessione su dispositivi mobili.

 

Ci sono importanti investimenti e progetti in via di attuazione, pensiamo alla Data Valley e al progetto del Tecnopolo di Bologna. In questo quadro qual è il ruolo delle competenze digitali?

Paola Salomoni: L’intero insieme di iniziative per rafforzare le infrastrutture, per sostenere le aziende e le PA nella trasformazione digitale, per sviluppare nuovi servizi non può prescindere dal disporre di adeguate competenze. Le competenze in questo ambito sono ampiamente insufficienti non solo localmente e in Italia ma anche a livello europeo e se vogliamo davvero essere la Data Valley nazionale dobbiamo lavorare su più livelli. Intanto formare nuovi specialisti di alto livello, attraverso la formazione che le nostre Università, ma anche gli ITS e le altre istituzioni che operano nell’ambito della formazione. In questo senso, innanzitutto sosteniamo direttamente alcune iniziative di formazione, come per esempio l’alta formazione nell’ambito dell’IA o dell’Industria 4.0 rispettivamente presso le Università di Modena e Reggio Emilia e di Bologna, oppure il dottorato in Big Data a cui collaborano tutti gli Atenei regionali, o ancora gli ITS in ambito digitale. Alcune delle misure PNRR che avranno impatto nel territorio regionale spingeranno fortemente in questa direzione, formando professionisti occupati ma anche intervenendo sulle altissime competenze dei dottorati e dei giovani ricercatori, per esempio nel caso del Campione nazionale in High Performance Computing. Come Regione stiamo anche lavorando a una legge per fare sì che questo capitale umano, una volta formato, resti sul territorio regionale oltre a rendere possibile attrarre altri talenti. La legge si applicherà in modo ampio a tutti i contesti emergenti, non solo il digitale, e certamente sarà una leva per potenziare le nostre competenze anche in questo ambito. Un nodo chiave, in questo ambito, è quello del gender gap su cui lavoriamo molto intensamente. Il punto centrale è sicuramente quello dell’orientamento, dobbiamo allargare la platea delle vocazioni verso le tecnologie e comunque assicurare a tutti le competenze digitali necessarie per le nuove professioni e per quelle ancora non note del futuro. Su questo tema citerei due iniziative importanti: intanto il Festival della cultura tecnica, un’iniziativa di orientamento organizzata a livello regionale da tempo e che vede coinvolto il mio assessorato e quello di Vincenzo Colla. Nel prossimo autunno, tra ottobre e dicembre si susseguiranno iniziative che vedranno coinvolti gli studenti delle scuole medie con lo scopo di aiutarli ad orientarsi nella scelta degli studi superiori, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare l’istruzione e della formazione tecnica, tecnologica e scientifica. A questa iniziativa regionale si affiancano numerose azioni sul digitale svolte sul territorio e rivolte ai ragazzi più piccoli, come quelle rese disponibili agli studenti delle scuole e ai giovani dai Laboratori Aperti nei 10 comuni capoluogo. Anche su queste intendiamo lavorare per estendere le opportunità, sia in termini quantitativi che territoriali.

 

Quali i progetti principali in via di attuazione per quanto riguarda l’Università e la ricerca? Qual è il ruolo degli atenei in relazione al Patto per il Lavoro e per il Clima e agli investimenti sulla Data Valley?

Paola Salomoni: Il lavoro con gli atenei della regione è sinergico, lavoriamo come sistema e questo ci avvantaggia nelle competizioni globali, europee e nazionali. Un esempio importante da citare è quello del bando PNRR sugli Ecosistemi dell’Innovazione, che finanziava 12 ecosistemi regionali. Ci siamo presentati come insieme come “Ecosistema per la transizione sostenibile in Emilia-Romagna” e nella prima selezione abbiamo ottenuto il primo posto. Questo risultato mette nelle condizioni di fare arrivare nel territorio regionale oltre 100 milioni di euro, risorse con cui sostenere la transizione ecologica del sistema economico e sociale regionale. Il progetto è stato presentato dall’Università di Bologna come soggetto proponente ed è il risultato di un grande lavoro di squadra che ha visto insieme l’intera rete degli Atenei regionali, l’Università di Ferrara, l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’Università di Parma, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e il Politecnico di Milano sedi di Piacenza e il CNR, con ENEA e INFN (Istituto nazionale di fisica nucleare), e il coordinamento della Regione attraverso ART-ER. Le risorse permetteranno l’avvio di un imponente programma regionale di trasferimento di tecnologie e conoscenza dal mondo dell’Università e della Ricerca a quello produttivo, in tutti gli ambiti della sostenibilità, entro il 2025. Riguarderà materiali avanzati e sostenibili, manifattura green, sistemi e componenti per la conversione e l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, mobilità intelligente, soluzioni abitative ed energetiche per una società carbon free, economia circolare e blue economy, analisi dati e supercalcolo per favorire la transizione ecologica. Altra notizia, più recente, insieme con un consorzio internazionale, la Regione rappresentata da ART-ER, con CNR, Università di Bologna e molti partner pubblici e privati, ha vinto un bando europeo dell’EIT (Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia) che permetterà nuovi investimenti nel settore delle industrie culturali e creative, con particolare attenzione agli aspetti del green e della sostenibilità, della digitalizzazione e dell’inclusione sociale. In questo caso abbiamo partecipato ad un consorzio a guida tedesca, composto da 50 partner di 20 Paesi europei, che ha ottenuto la migliore valutazione e che prevede ora di investire oltre 150 milioni di euro in sette anni. I principali centri saranno a Bologna, insieme ad Amsterdam, Barcellona, Helsinki, Kosice e Vienna, e opereranno sui processi di digitalizzazione e collaborazione, promozione dei talenti e loro formazione, startup e PMI, internazionalizzazione e attrazione di investimenti dell’intero sistema delle industrie culturali e creative. La prossima sfida è quella dell’Università delle Nazioni Unite, ci stiamo candidando per ospitare a Bologna una sede della Università dell’ONU, focalizzata sull’utilizzo dei Big Data e dell’Intelligenza Artificiale per studiare i cambiamenti dell’habitat umano, con un’attenzione specifica ai complessi problemi e alle trasformazioni sociali, economiche e culturali che si stanno verificando come conseguenza di una serie di fattori quali l’urbanizzazione, le migrazioni internazionali e interne, le sfide e le opportunità sociali ed economiche generate dall’innovazione tecnologica.

 

Per quanto riguarda la consapevolezza diffusa nella società sulle potenzialità e sulle cautele necessarie nell’uso delle tecnologie quali sono le principali azioni in corso? E per quanto riguarda la cittadinanza digitale? Come favorire la partecipazione dei cittadini alla trasformazione tecnologica?

Paola Salomoni: Sicuramente sarà cruciale la formazione prevista con il progetto PNRR sulla facilitazione digitale. Il PNNR alla misura 1.7.2 ci concede infatti un’occasione unica per dare attuazione a un tassello dell’Agenda Digitale 2020-2025, che richiama a sua volta i principi del Patto per il Lavoro e per il Clima: l’Emilia-Romagna come unica, ma diffusa, Data Valley in cui anche le competenze digitali siano nella disponibilità di tutti. Per la nostra regione questa misura sulla facilitazione digitale è una delle componenti più importanti e partiamo da molte attività fatte in passato in questo ambito. Cito, per esempio, il protocollo di intesa tra Regione Emilia-Romagna, Lepida ScpA e i principali sindacati dei pensionati (CGIL, CISL, UIL) che ha come obiettivo dare supporto alla popolazione adulta utente degli sportelli sindacali. In questo contesto abbiamo formato i volontari in modo da metterli in grado di dare assistenza su tematiche legate al digitale, a partire da come ottenere e usare lo SPID o il fascicolo sanitario elettronico. Oggi sono già attivi oltre 150 sportelli in 90 comuni presso sedi sindacali a livello regionale e nei primi quattro mesi del 2022 sono stati supportati oltre 2.000 utenti. Dobbiamo poi creare consapevolezza sui temi emergenti, come per esempio quelli legati all’uso dei dati, alla loro protezione e sicurezza, alla condivisione ma anche all’analisi e alla gestione. Stiamo lavorando per co-progettare coi territori e in particolare con i Laboratori Aperti, nuove azioni di Citizen Science legate ai dati. L’idea è proprio quella di sostenere la partecipazione attiva dei cittadini sia attraverso la raccolta di dati e la condivisione di informazioni, che strutturando attraverso misurazioni, stime, modelli, osservazioni, valutazioni, interpretazioni o elaborazioni, con l’obiettivo di ampliare la consapevolezza personale e la conoscenza in questo ambito.

 

Un tema importante riguarda il gender gap per quanto concerne l’accesso alla formazione in ambito scientifico, tecnologico e informatico. Quali iniziative state promuovendo in questo ambito?

Paola Salomoni: Nell’ambito del Digital Economy and Society Index, la Commissione Europea ha pubblicato il Women in Digital Scoreboard 2021, cioè il quadro di valutazione messo in atto per valutare l’inclusione delle donne nei lavori, nelle carriere e nell’imprenditorialità digitali. Questo studio conferma che nel 2021 esiste ancora un significativo divario di genere nelle competenze digitali specialistiche, sebbene il divario si stia riducendo nelle competenze degli utenti di Internet. Solo il 19% degli specialisti ICT e circa un terzo dei laureati nelle materie STEM sono donne. Non ci sono progressi, poiché queste cifre sono rimaste stabili negli ultimi anni. La bussola digitale ha fissato l’obiettivo che l’UE dovrebbe avere 20 milioni di specialisti ICT impiegati, con convergenza tra donne e uomini, entro il 2030. Il tema del digitale al femminile rappresenta una delle 8 sfide della nostra Agenda Digitale, un pilastro intorno a cui abbiamo già costruito molte azioni e sul quale vogliamo appoggiarne altre. Un’attività che è nello stesso tempo rilevante di per sé e spunto per nuove iniziative è il ciclo di eventi in presenza e online inseriti in un percorso intitolato Women in Tech, organizzato con la collaborazione della rete regionale dei Laboratori Aperti. Ad oggi ne sono già stati realizzati 6, altri sono in programma i prossimi mesi, in queste occasioni io stessa ho avuto la possibilità di confrontarmi con amministratrici e amministratori locali e regionali, professionisti delle comunità tematiche regionali sull’innovazione, associazioni di volontariato e di categoria e altri target specifici. L’iniziativa toccherà tutti i capoluoghi, abbiamo già fatto 6 incontri e sono programmati gli altri 4 a Parma, Modena, Reggio Emilia e Ravenna. Dagli incontri fatti, sono emersi davvero molti spunti su come contrastare il divario di genere nel digitale, tra i quali una ampia riflessione sulle discriminazioni che rischiano di essere introdotte dai sistemi di Intelligenza Artificiale. Su questo tema vorremmo lavorare studiando in particolare come evitare che si verifichino fenomeni di questo tipo nei gemelli digitali e abbiamo avviato una interlocuzione con il Comune di Bologna che sta sviluppando un gemello cittadino, in modo da presidiare insieme alle tematiche di genere in questo ambito applicativo. Altro progetto di orientamento è quello denominato “Ragazze Digitali ER” che ho citato in risposta ai quesiti precedenti. Lo abbiamo organizzato insieme ai nostri Atenei e abbiamo classi di studentesse che in questo momento sono presso le sedi universitarie di Bologna, Cesena, Ferrara, Modena, Parma e Reggio Emilia. Abbiamo inaugurato il 20 giugno, durerà tre settimane. L’obiettivo principale è avvicinare le ragazze all’informatica e alla programmazione in modo divertente e creativo, attraverso attività a carattere laboratoriale e dedicate alle studentesse del III e IV anno di qualsiasi tipo di scuola superiore. Il Summer Camp prevede molteplici attività finalizzate a imparare il pensiero computazionale creativo, avere consapevolezza delle opportunità e dei rischi insiti nei servizi digitali, e assistere a testimonianze di professioniste e operatrici del mondo digitale. Terremo al centro il tema del divario di genere nel digitale anche nel costruire il nostro percorso di Facilitazione, quello finanziato dal PNRR e vogliamo coinvolgere le organizzazioni che si occupano di donne per costruire percorsi che permettano un passaggio dalla marginalità all’empowerment digitale.

 

Per concludere, in quali direzioni pensa si debba andare per costruire una società dell’informazione più equa e inclusiva?

Paola Salomoni: Sicuramente si deve ancora estendere l’infrastruttura di connettività, da questo punto di vista l’auspicio è che il livello nazionale riesca a cogliere pienamente l’occasione del PNRR per portare la rete a banda ultra-larga in tutti i territori del Paese. Io personalmente credo che al centro debbano essere messe le competenze. Le competenze di base che sono indispensabili per fruire di una piena cittadinanza e le competenze avanzate che sono un ascensore sociale velocissimo, dando opportunità stabili e nello stesso tempo consentendo di sfidarsi in una crescita professionale continua. Contemporaneamente il rischio è quello di una polarizzazione tra chi è dentro e chi è fuori, chi prende questo ascensore e chi resta a terra ed è qui il punto su cui dobbiamo lavorare per offrire davvero a tutte e tutti l’opportunità di fare della leva del digitale la propria cifra espressiva per migliorare le proprie condizioni di vita.

Scritto da
Giacomo Bottos

Direttore di «Pandora Rivista». Ha studiato Filosofia presso l’Università degli Studi di Milano, l’Università di Pisa e la Scuola Normale Superiore di Pisa. Ha scritto su diverse riviste cartacee e online.

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