Il Forum Disuguaglianze e Diversità: traguardi e nuove prospettive
- 05 Dicembre 2019

Il Forum Disuguaglianze e Diversità: traguardi e nuove prospettive

Scritto da Andrea Raffaele Aquino

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Dopo la pubblicazione delle 15 Proposte per la giustizia sociale ormai oltre sette mesi fa, l’attività del Forum Disuguaglianze e Diversità non si è fermata, ma ha conosciuto, nella pratica, una trasformazione, raggiungendo una sorta di “fase due”, caratterizzata da metodologie di lavoro differenti rispetto alle precedenti. Se inizialmente lo scopo era quello avanzare contenuti radicali, innovativi e di rottura rispetto alle politiche tradizionali, adesso sembra arrivato il momento di mettere effettivamente in pratica le proposte elaborate, da un lato, e di rendere queste ultime comunicabili a tutti gli strati della società, senza banalizzarle, dall’altro. Sono le due sfide tutt’altro che agevoli che il Forum DD, realtà costantemente in crescita, si prefigge di portare avanti, per scardinare il dogmatico there is no alternative.

Per mettere gli interessati al corrente del lavoro finora svolto e dei progetti futuri, il Forum Disuguaglianze e Diversità, alla vigilia della pubblicazione del Rapporto contenente le 15 Proposte da parte del Mulino (previsto per il 2 gennaio 2020), ha tenuto una conferenza stampa il 13 novembre 2019 a Roma nell’accogliente, e simbolica, cornice della Biblioteca della Fondazione Lelio e Lisli Basso, alla presenza delle tre fondazioni sostenitrici rappresentate da Carlo Borgomeo, Presidente della Fondazione CON IL SUD, Stefania Mancini, Consigliere Delegato della Fondazione Charlemagne e Maria Luisa Parmigiani, Consigliere della Fondazione Unipolis, che con i loro interventi hanno spiegato i motivi dell’adesione dei rispettivi enti al progetto del Forum, e del Capo della Segreteria tecnica del Ministero dell’Istruzione Fulvio Esposito.

Nell’introdurre l’incontro, Fabrizio Barca, Coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità, ha sottolineato l’importanza di trasformare la teoria contenuta nelle 15 proposte in realtà, per la natura stessa del Forum, non un think tank, quanto piuttosto un think and do e ha inoltre chiarito come nella lotta alle disuguaglianze si debba partire da quelle di carattere economico. Esse sono infatti considerate dal Forum come la matrice delle altre disparità concernenti la giustizia sociale (le cosiddette disuguaglianze sociali e di riconoscimento) e come oggetto di mistificazione da parte di chi non sembra essere interessato ad una reale risoluzione del problema. La disuguaglianza nell’accesso alla ricchezza comune inoltre, come risulta dai numeri forniti dal Forum, riduce gli spazi di libertà individuale e “peggiora la qualità di vita, impoverisce e taglia l’erba sotto i piedi delle nuove generazioni”. Viene di conseguenza avvertito un urgente bisogno di modificare i meccanismi di formazione della ricchezza riequilibrando la relazione tra lavoro e controllo del capitale (materiale e immateriale).

Silvia Vaccaro, responsabile dell’Ufficio stampa e comunicazione del Forum, ha invece presentato la necessità di investire, una volta appurati i contenuti del progetto, su un linguaggio più facilmente fruibile da tutti, quindi più rapido rispetto al Rapporto di marzo 2019 (sia graficamente che come struttura del discorso) e immediatamente comprensibile, introducendo perciò il progetto delle “proposte in pillole”, realizzate per questo scopo. Esso prevede per ognuna delle 15 Proposte un titolo e sei brevi ed efficaci paragrafi esplicativi (“le ingiustizie da combattere”; “le cause”; “la proposta”; “cosa cambierebbe nella vita di tutte e tutti noi”; “chi può fare la differenza?”; “come si lega alle altre 14 proposte”).

L’obiettivo dell’intervento di Patrizia Luongo, economista e ricercatrice del Forum, è stato quello di aggiornare la stampa sull’effettiva “messa a terra” delle proposte chiarendo come ognuna di esse abbia un percorso diverso: alcune incontrano resistenza, altre subiscono modifiche e adattamenti, altre ancora stanno cambiando il modo comune di pensare la società. Particolarmente interessante risulta il lavoro sulle proposte 9[1] e 4[2], che il Forum sta portando avanti mediante le alleanze rispettivamente con il Comune di Bologna e l’Università di Roma Tre. Uno degli obiettivi principali del Forum per il 2020 è inoltre quello di lavorare a contatto diretto con il Ministero dell’Istruzione per ridurre le disuguaglianze culturali, che si manifestano mediante dati sbalorditivi: circa il 20-23% dei quindicenni italiani non raggiunge livelli di conoscenza scolastica accettabili e c’è un dislivello culturale tra studenti che provengono da un contesto sociale elevato e i pari età che invece si formano in un ambiente meno intellettualmente vivace (quindi di solito meno abbiente) pari a circa un anno di studio.

Carlo Borgomeo ha posto l’accento sul bisogno del Forum di riempire il vuoto creato dalle “ricette tradizionali” della politica, risultate in questi anni insufficienti per la risoluzione del problema delle disuguaglianze, concretizzatosi nella formazione di uno schieramento eterogeneo di associazioni e fondazioni dalle origini diverse (ActionAid; Caritas Italiana; Dedalus Cooperativa sociale; Fondazione Lelio e Lisli Basso; Legambiente; UISP; Cittadinanzattiva; Fondazione di Comunità di Messina) unite dallo scopo comune di abbattere le barriere economiche e sociali, in ottemperanza al Articolo 3 della Costituzione Italiana, punto di riferimento ineludibile per il Forum: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». La lotta alle disuguaglianze e in favore della sostenibilità (della quale si deve parlare anche nell’accezione sociale, non solo in quella ambientale, come ricordato da Borgomeo) deve partire, in questo periodo di crisi del welfare, non dall’idea di una compensazione, ma da quella di uno sviluppo inteso lato sensu.

Come sottolineato da Stefania Mancini, le disuguaglianze non possono essere considerate un “altrove”, relegate oltre la nostra capacità di visione o dalle quali distogliamo volontariamente lo sguardo, ma devono essere riportate al centro della politica e rappresentate come un fattore penalizzante per l’intera società (com’è realmente, alla lunga) e non solo per chi le subisce giacché «il prezzo umano della disuguaglianza è sconvolgente, è una miseria», non solo economica ma culturale e sociale. La forza del Forum, secondo la rappresentante di Charlemagne, risiede nella presenza di oltre 100 esperti che lavorano pro bono allo scopo di contrastare le disparità e di ottenere una società più equa.

A differenza di tanti altri progetti, il Forum non si limita ad erogare risorse, ma in realtà, secondo quanto ricordato da Maria Luisa Parmigiani, le investe sulla ricerca e diviene dunque un “moltiplicatore”, un “attore corale”, capace di mettere insieme teoria e pratica, esperti provenienti dal mondo dell’università e agenti che lavorano direttamente sul territorio in un rapporto sinergico originale e funzionante.

Al termine dell’evento Fulvio Esposito ha presentato gli obiettivi del Ministero per la riduzione delle disuguaglianze a livello scolastico e universitario con il particolare focus dell’inclusività, prerogativa fondamentale nel campo dell’istruzione. Il problema risiede oggi, secondo l’ex rettore dell’Università di Camerino, nel progressivo allargamento delle zone “in difficoltà”. La questione delle disuguaglianze non interessa più soltanto il Sud della Penisola, ma si estende anche alle aree interne. Di fronte alla vastità della questione bisogna sempre puntare sul restringimento della forbice sociale, senza limitarsi ad evitare che essa si allarghi ulteriormente. Proprio per questo il Ministero sta lavorando per costituire un gruppo di lavoro che promuova la giustizia sociale in tutti i campi dell’istruzione, cercando di utilizzare come perno l’intelligenza artificiale, le nuove tecnologie e le relative possibilità di sviluppo. I prossimi mesi sveleranno se e in che modo il Ministero riuscirà a trasformare queste ottime intenzioni in interventi pratici.

In conclusione l’attività del Forum Disuguaglianze e Diversità sembra innestata verso binari favorevoli, avendo trovato terreno fertile (i numeri di alleati, partner, team di lavoro e progetti risultano ogni mese in crescita) in una (ancora piccola) parte della rappresentanza politica italiana, che sta facendo proprio il lessico delle disuguaglianze con l’obiettivo di denunciarle, ma in questo contesto di cambio nelle modalità di lavoro c’è bisogno, come ribadito da Mancini, di agire lucidamente sulla complessità del presente, senza pretendere di affrettare le cose, rimanendo, tuttavia, sempre radicali nei contenuti e nelle proposte. E qualcosa di radicale, secondo Barca, redistribuisce principalmente potere, non soltanto denaro.


[1] “Servizi a misura delle persone con appalti pubblici innovativi”

[2] “Un’Università sensibile alla giustizia sociale”

Scritto da
Andrea Raffaele Aquino

Dottorando in Storia, Antropologia, Religioni, curriculum medievistico, alla “Sapienza” Università di Roma. Si è diplomato presso la Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica dell’Archivio di Stato di Roma. È inoltre membro della Consulta Giovanile del Pontificio Consiglio della Cultura.

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