Scritto da Andrea Betti e Jacopo Timini
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L’Unione Europea sta perdendo la propria identità nel contesto delle crisi economica, sociale e di valori che la caratterizzano? Se così fosse, quali sono i fattori che possono spiegare il deteriorarsi dei propri simboli comuni? C’è spazio per elaborare politiche che possano cambiare tale tendenza dell’UE?
A partire dal Trattato di Maastricht del 1992, la struttura istituzionale che definisce la formazione delle politiche pubbliche europee ha assunto una struttura mista rappresentata dalla convivenza di due diversi sistemi decisionali. In alcune materie, soprattutto quelle che hanno a che vedere con il mercato comune, le decisioni si prendono in modo sovranazionale, vale a dire attraverso cessioni di sovranità a istituzioni comuni che agiscono secondo criteri di maggioranza qualificata con lo scopo di produrre atti legislativi vincolanti per tutti gli stati membri. In altre materie, considerate più sensibili dal punto di vista della sovranità nazionale, gli stati agiscono in modo intergovernativo, vale a dire attraverso cessioni di sovranità a organismi che garantiscono la coordinazione volontaria e consensuale di tutti gli stati membri con scarso potere di intervento per istituzioni sovranazionali come il Parlamento o la Corte di Giustizia. Per molto tempo i due metodi sembravano realizzare una efficace divisione del lavoro, fra politiche rispetto alle quali vi era un ampio consenso sovranazionale e politiche nelle quali era più prudente mantenere le prerogative nazionali degli stati membri.
Tale sistema ha favorito la formazione di una identità europea che non si basa in elementi prepolitici – come la lingua o l’etnia – bensì in una serie di valori cristallizzatisi nei momenti di maggiore successo dell’integrazione europea: la moneta unica, la capacità di creare prosperità economica, le frontiere comuni e i valori umanisti di pace e democrazia contenuti, in maggior parte, negli articoli 2 e 3 del Trattato. Nonostante il fallimento del tentativo di dotare l’Unione con un testo costituzionale, tali valori hanno mantenuto buoni livelli di consenso, tanto da far pensare di aver raggiunto un punto di equilibrio nonostante i differenti livelli di integrazione economica e politica. Tuttavia, a partire dalla crisi finanziaria globale, è come se il velo di Maya si sia rotto o, perlomeno, assottigliato, e la percezione sulla UE e le sue istituzioni si sia improvvisamente modificata.
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Indice dell’articolo
Pagina corrente: Introduzione
Pagina 2: Le tante crisi dell’Unione Europea
Pagina 3: Conclusioni