Lo studio del potere politico: note su “The Power Broker” di Robert Caro
- 01 Luglio 2022

Lo studio del potere politico: note su “The Power Broker” di Robert Caro

Scritto da Chaolla M. Park

5 minuti di lettura

Tra gli insider del mondo politico, della consultancy e delle istituzioni europee, i libri di Robert Caro sono un riferimento fondamentale. Sono stati letti da politici del calibro di Obama, Cameron, nonché da importanti figure istituzionali italiane. L’autore, Robert A. Caro, ha ricevuto il prestigiosissimo premio Pulitzer per ben due volte e nel 2010 ha ricevuto la National Humanities Medal da Barack Obama; Power Broker, il suo primo libro, rientra nella lista dei 100 migliori titoli di non-fiction della Modern Library. Caro è considerato il biografo migliore della letteratura americana contemporanea, al punto che spesso “caro-esque” viene usato come aggettivo per caratterizzare una biografia di certo rilievo e accuratezza. Robert Caro iniziò la sua carriera come giornalista a New York. Ben presto si interessò della figura di un funzionario pubblico che, scoprì, influenzava in maniera preponderante l’azione del Sindaco. Caro scoprì in un secondo momento che l’influenza di questo funzionario si estendeva anche alle scelte del Governatore, sotto la cui autorità era formalmente nominato. Questo fatto incuriosì il giovane Caro. In un sistema democratico, nel quale il potere è controbilanciato e legittimato con e dal voto, e specialmente nella democrazia americana, come era possibile una tale configurazione di influenza? Il funzionario pubblico in questione era Robert Moses, che sarebbe divenuto il soggetto del primo – e forse più celebre – libro di Robert Caro, appunto The Power Broker. Negli anni Settanta, Moses dominava la scena politica di New York da decenni: aveva fatto costruire più di 1.000 chilometri di strade, più di 1.000 parchi, e quasi tutti i ponti della città. Inoltre, gran parte delle altre opere pubbliche, come il complesso di edifici che costituivano la sede delle Nazioni Unite e la famosa spiaggia di Jones Beach si devono al suo intervento. Fra gli urbanisti più controversi nella storia degli Stati Uniti, i suoi progetti possono essere paragonati, per ampiezza, alla ricostruzione ottocentesca di Parigi. Eppure, Moses non ricoprì mai una carica elettiva, benché detenesse un potere ingente, di cui nessuno riuscì a privarlo (nonostante i tentativi di sindaci, governatori, e addirittura del Presidente Roosevelt nel 1934).

Robert Moses aveva iniziato la sua carriera a circa quarant’anni, nel 1927, come quarantanovesimo Secretary of State di New York. Proveniva da una famiglia agiata e fu istruito nelle migliori università, da Oxford a Yale e Columbia. Da giovane, fu fra gli idealisti decisi ad eliminare la corruzione a New York, in particolare quella legata al sistema di nomine politiche e al “Tammany Hall”. Pur essendo fra gli esponenti più importanti dei riformisti, per i primi anni non poté ricoprire cariche di rilievo, né concretizzare le sue idee, rifiutandosi di chiedere aiuto o favori. La sua carriera ingranò dunque più tardi, appunto alla soglia dei quarant’anni. Inizialmente idealista, Moses divenne sempre più cinico e dispotico. Nel 1933 riuscì a consolidare il proprio potere attraverso una mossa di ingegneria legislativa, grazie alla sua forte padronanza del diritto amministrativo e dei contratti delle società pubbliche a partecipazione privata. Iniziò così l’ascesa che lo avrebbe portato ad essere l’uomo più influente di New York. Oltre ad essere il presidente della Triborough Bridge Authority, fu anche nominato in una decina di enti pubblici, ma con mandati che non scadevano mai nello stesso momento. Dalla sua fondazione nel 1933 agli anni Settanta, la Triborough Bridge Authority fu l’unico ente nella città con un bilancio positivo. Per l’ingegneria legislativa di Robert Moses i profitti erano controllati dall’ente stesso e non dalla città: dunque l’unica persona in città che potesse finanziare i progetti dei sindaci o governatori era proprio Robert Moses. A ciò va aggiunto che la Triborough Bridge Authority non poteva essere sciolta prima del ripagamento dei debiti, e de facto non vi era modo di sostituire il presidente, perché gli altri due board member erano fedelissimi di Moses: la sua fu, in questo senso, una presidenza “eterna”. Al tempo stesso, Moses fu una figura spiccatamente razzista e ancor più classista. Testamento del suo razzismo sono i ponti che portano a Jones Beach, uno delle poche spiagge vicine a New York. Pare ci sia infatti un preciso motivo per cui questi ponti sono costruiti ad un’altezza di 8 piedi, circa 240 cm, ossia appena abbastanza per fermare gli autobus. Negli anni Quaranta, infatti, la maggior parte dei passeggeri dei bus erano – e tuttora sono – afroamericani o portoricani. Moses fece costruire i ponti a quella altezza per impedire che i neri, o i poveri, si servissero dei bus per recarsi alle spiagge. Sidney Shapiro, collaboratore di Moses, confermò tutto ciò affermando, in un’intervista, che “le leggi possono essere cambiate, ma un ponte non lo sarà mai”.

Un aspetto che caratterizza i libri di Robert Caro, e probabilmente il motivo per cui è uno degli autori preferiti dei politici, sono i suoi standard giornalistici. Una delle frasi che ripete spesso nelle sue interviste è “turn every page”, ovvero leggi tutti i documenti di supporto (brief, memo, position paper, ecc…). Nei libri di Caro i grandi momenti di cambiamento nella vita dei protagonisti sono marcati con una precisione difficilmente replicabile, ma anche una grande umanità. Infatti, l’autore afferma spesso che per spiegare le motivazioni dietro le scelte delle figure di potere è necessario spiegare anche le conseguenze di quelle azioni su chi potente non è. Se c’è un aspetto che lega i due principali protagonisti delle biografie di Caro, ossia il Presidente Lyndon B. Johnson e Robert Moses, è l’ingegnosa capacità di saper cogliere occasioni importanti anche in ambiti solitamente trascurati perché ritenuti minori. Avevano entrambi una capacità di organizzazione fenomenale, e uno scopo sempre in mente. Sia Johnson, sia Moses erano costantemente in cerca di piccole sporgenze ove aggrapparsi, pronti ad utilizzare ogni appoggio per scalare il “greasy pole”, cioè il cursus honorum politico. Un episodio raramente menzionato ma comunque meticolosamente ricercato è come Johnson abbia usato il regolamento del “club del parlamento”. Nei Paesi anglofoni è cosa comune avere un parlamento simulato ove i ragazzi, oppure in questo caso gli assistenti parlamentari, discutono su proposte di legge. Siccome era l’unica istituzione ove un assistente parlamentare potesse cercare di avanzare o avere visibilità mediatica Johnson cercò subito di dominarlo. Usò un cavillo nel regolamento per far votare i non membri del club e ottenne il controllo dell’associazione. Anche Moses fece qualcosa di analogo quando frequentava lo Yale Swimming Club. Dovette infatti cercare finanziamenti per il club, poiché, a differenza degli sport popolari come il tennis oppure il canottaggio, i tanti piccoli club sportivi a Yale erano costantemente sull’orlo del fallimento. Moses pensò quindi di fondare un unico comitato per finanziare i piccoli club, aggregando le forze per reperire più facilmente finanziamenti da alumni e altri benefattori. Un altro fattore che rende le opere di Caro così interessanti per il mondo dei public affairs è l’attenzione al potere in tutte le sue manifestazioni. Infatti, Caro ha sempre dimostrato una grande efficacia nel distinguere e descrivere il potere politico, il potere tecnico-amministrativo e la capacità di ingegneria legislativa. Per Robert Caro «il potere corrompe, ma il potere assoluto rivela», o, detto in altro modo, per l’autore il detto di Lord Acton secondo cui «il potere tende a corrompere, il potere assoluto corrompe in modo assoluto» non è completo. È nel momento in cui giunge all’apice del potere che il politico si rivela.

Scritto da
Chaolla M. Park

Nato a Lahore in Pakistan, è cresciuto in un ambiente internazionale tra l’India, gli Stati Uniti e Australia. È public affairs consultant a Bruxelles con sette anni di esperienza. I suoi interessi principali riguardano: tecnologia, semiconduttori, politica europea e studi strategici.

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