Scritto da Enrico Cerrini
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Lo strumento dei voucher fu introdotto della Legge Biagi nel 2003 con lo scopo di far emergere quei lavoretti domestici svolti in modo discontinuo da persone a rischio di esclusione sociale o inattive sul mercato del lavoro. I cittadini avevano l’opportunità di utilizzare tagliandi dal valore di 7,5 €, di cui una parte finanziava minime tutele lavorative, per retribuire rapporti lavorativi accessori di una durata inferiore ai trenta giorni ed una remunerazione minore di 3.000,00 €.
Lo strumento rimase inapplicato fino al 2008, anno in cui iniziarono gli interventi di liberalizzazione. Il governo Prodi concesse l’utilizzo alle aziende agricole, eliminò il vincolo temporale e allargò quello economico. Il valore del singolo tagliando crebbe fino a 10 €, di cui 7,5 € rappresentavano la retribuzione della prestazione, 1,30 € la contribuzione, 0,70 € la copertura degli infortuni sul lavoro e 0,50 € il costo di gestione del servizio da parte dell’ente concessionario, ovvero l’INPS. Tutti i governi successivi hanno apportato ulteriori modifiche che hanno lentamente causato l’esplosione dell’utilizzo dei voucher, avvenuta nel 2015.
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Indice dell’articolo
Pagina corrente: Introduzione
Pagina 2: La situazione attuale dei voucher
Pagina 3: Il problema del lavoro nero