Scritto da Enrico Traino
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La crisi che ha coinvolto i maggiori paesi sviluppati e il loro mercato del lavoro a partire dal 2008, come è stato osservato da più parti, è una crisi strutturale e di sistema: il sistema economico capitalistico, che per oltre 60 anni ha garantito un progressivo miglioramento delle condizioni di vita per la maggior parte dei cittadini, sembra essersi bloccato.
Come molti osservatori hanno commentato, quella attuale è innanzi tutto una crisi di domanda: non c’è domanda sufficiente di merci o servizi, quindi le imprese non investono e non assumono; se gli individui non lavorano, non possono acquistare, ed il sistema è entrato in una fase di stallo.
Di fatto, nessuno è stato in grado di identificare soluzioni concrete: una forte politica keynesiana di aumento della spesa pubblica, che nelle crisi del passato ha funzionato efficacemente nel far ripartire il “volano” dell’economia, è infatti resa impossibile dall’elevato debito di molti stati nazionali.
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Indice dell’articolo
Pagina corrente: Introduzione
Pagina 2: La fine del lavoro?
Pagina 3: Conclusioni