“Scintille” di Donato Bendicenti
- 29 Gennaio 2024

“Scintille” di Donato Bendicenti

Recensione a: Donato Bendicenti, Scintille. L’avventura dell’energia in Europa dalla scissione dell’atomo alla rivoluzione verde, Prefazione di Roberta Metsola, Luiss University Press, Roma 2023, pp. 192, 17 euro (scheda libro)

Scritto da Marco Valenziano

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What Europe does for me. Che cosa fa l’Europa per me. Questo era il nome di una delle campagne svolte dall’Unione Europea nel 2019 per incentivare i cittadini a votare per le elezioni europee, storicamente disertate da ampie fasce degli aventi diritto al voto. Quando ci si interroga su cosa l’Unione Europea faccia per i propri abitanti le risposte sono molteplici, almeno tante quante i suoi abitanti. C’è chi pensa che sia un disegno diabolico per sottomettere le nazioni, chi l’unica strada per mantenere l’Europa tra i grandi della scena mondiale, chi la interpreta come una via d’uscita dal giogo di imperi stranieri (e quindi rimane geloso delle proprie prerogative). Con le recenti crisi che hanno afflitto la maggior parte dell’ultima legislatura europea, l’Europa ha lasciato il suo segno in terreni mai esplorati in precedenza, come la sanità. Tuttavia, ora come cinque anni fa, quel che è certo è che quando si chiede all’Europa di agire su questioni sociali – in relazione ad esempio alle condizioni sociali dei lavoratori o ad una politica fiscale che aiuti i cittadini – oppure di parlare con una voce sola nei consessi internazionali, i margini sembrano sempre limitati dalle divisioni tra Paesi membri.

I Trattati europei, seppur evoluti nel tempo, sono condizionati dalle volontà degli Stati membri, i cui governi hanno paura di perdere il controllo delle politiche che più mobilitano gli elettori. Ad esempio, le politiche migratorie e di difesa dei confini sono facile terreno per contese tra Stati membri asimmetricamente afflitti dalle ricorrenti crisi ma tutti interessati a non spaventare i propri cittadini. Le immagini dei ricorrenti naufragi sulle coste del Mediterraneo provocano molta empatia, ma poca unità nelle risposte date dal Consiglio dell’Unione Europea. Quando però le crisi non si potevano risolvere lasciandole fuori dai confini continentali, quando tutti sono stati colpiti egualmente, gli Stati europei si sono saputi mettere d’accordo. Non fu il progetto romantico di Unione politica europea sognato da Altiero Spinelli a portare i sei Paesi fondatori a prendere decisioni comuni vincolanti. Al contrario, la sempre maggiore integrazione dell’Unione Europea è nata dall’energia, a cui è dedicato Scintille (Luiss University Press), saggio di Donato Bendicenti, giornalista e saggista nonché responsabile della sede di corrispondenza RAI a Bruxelles.

L’autore ricorda come le prime forme di istituzioni europee si siano formate attorno a quelle risorse che più rappresentano la povertà e il progresso nella storia moderna mondiale: il carbone e l’acciaio. La Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, seguita qualche anno dopo dall’Euratom, sono state il motore dell’integrazione europea che ci ha portati in meno di due generazioni dalla strage del Bois du Cazier di Marcinelle – le cui solennità sono ricordate in maniera molto personale dall’autore – ad essere un mercato prospero e al contempo l’unico continente a rispettare gli obiettivi climatici del Protocollo di Kyoto. Questa radice energetica dell’integrazione (e della pace) europea ha garantito vigore e sicurezza e forse perciò è stata a lungo data per scontata con l’aggiungersi sempre maggiore di politiche comunitarie. Ma nel contesto attuale tutto è messo in discussione ed è giunto il momento di accelerare di nuovo l’azione comune degli Stati membri per rispondere alla militarizzazione dell’energia imposta dalla Russia. Bendicenti guida i lettori nelle pieghe dell’attuale crisi energetica cercando di fornire risposte a chiunque cerchi un’analisi storica, filosofica, politica.

Come un telescopio astronomico che punta allo spazio profondo per scovarne le origini, l’autore comincia da un fatto che ci ha riguardato tutti da ormai quasi due anni a questa parte, ovvero l’aumento dei prezzi delle bollette. Il suo impatto è vasto e colpisce ampie fasce della popolazione italiana ed europea. La risposta deve dunque essere radicale per mantenere il tenore di vita guadagnato. Dopotutto, come ricordato nell’incipit della prefazione dalla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, Jean Monnet pensava che l’Unione dovesse forgiarsi dalle crisi ed essere la somma delle soluzioni trovate per risolvere tali crisi. Per questo la Commissione Europea ha presentato il piano REPowerEU, poiché azioni unitarie appaiono come la soluzione più auspicabile. Tuttavia, è bene ricordare che non tutte le politiche energetiche hanno avuto un’evoluzione lineare dai tempi della CECA.

Il nucleare gioca un ruolo chiave nella narrazione di Scintille. L’autore ricorda che se la CECA era nata con l’obiettivo di guardare «al passato per costruire e governare il presente, l’Euratom guardava al presente per governare il futuro» (p. 84). Malgrado ciò, l’entusiasmo per questa forma di energia si è affievolito con il disastro di Černobyl’. Ci sono stati membri che hanno continuato a pendere per un maggior utilizzo dell’energia atomica, ad esempio la Francia, che così aveva affrontato la crisi energetica del 1973. Ma anche chi, come l’Italia, decise di chiudere tutte le proprie centrali nucleari dopo il disastro sovietico, o come la Germania che ha intrapreso il medesimo percorso in tempi recenti. Questo sembra giustificato dalla rinnovata paura di guerre nucleari, come ricordano le citazioni pop dell’Oppenheimer di Christopher Nolan, e Bendicenti affronta bene l’argomento in un periodo dove in Italia la discussione si è riaccesa sia sul piano politico e scientifico sia sul piano emotivo. Tutte queste scelte sono perfettamente lecite secondo i Trattati, che conferiscono libertà agli Stati membri di scegliere il proprio mix energetico. Tuttavia, in un periodo di crisi come questo, i padri fondatori dovrebbero ricordare agli attuali decisori che l’accordo è l’unica via di uscita possibile. Nel 1958 si scelse un atomo come simbolo della prima esposizione universale post-bellica: il famoso Atomium di Bruxelles. Benedicenti suggerisce che l’opera si staglia sulla capitale europea come un monito ad osare soluzioni originali per problemi complessi.

La tensione tra gli Stati però non si ferma solo nella sfera dell’energia atomica. Il capitolo più ampio della narrazione è infatti dedicato al gas naturale, la primaria energia di transizione verso le emissioni zero e su cui si sono concentrate la maggior parte delle negoziazioni per alleviare il peso della crisi ucraina sui cittadini europei. Dai dietro le quinte che l’autore ha raccolto per i lettori si può comprendere la gravità della situazione, chiaramente delineata dal rappresentante permanente italiano presso l’Unione Europea Pietro Benassi, «storielle sull’energia non ce ne sono» (p. 95). Gli Stati membri, infatti, dopo i primi pacchetti di sanzioni si sono ritrovati in disaccordo sulle misure emergenziali. Da un lato, la Polonia e i Paesi dell’Est vedevano il gas russo come parte di una minaccia ibrida e richiedevano una totale sospensione delle importazioni per non essere ricattati. Dall’altro lato, la Germania, avendo basato la propria crescita economica sull’importazione di gas russo a basso costo, si è ritrovata in una crisi – forse più di panico che politica – e bloccava le sanzioni sul gas.

Con la dovizia di particolari dell’esperto cronista, Bendicenti continua il racconto delle negoziazioni sul price cap – il tetto al prezzo del gas – mostrando senza sconti le posizioni, le aperture e gli opportunismi dei vari governi nazionali. Se per una volta l’Ungheria, pur evidenziando la propria contrarietà alle misure, non si opponeva al piano, la Germania ha mostrato tutti i limiti e l’affaticamento di un Paese che vedeva il rischio di perdere il proprio ruolo di locomotiva dell’economia europea se un prezzo troppo basso avesse allontanato i fornitori. L’Italia con i suoi molteplici gasdotti propugnava un blocco generalizzato ai prezzi. La Commissione Europea nel mentre proponeva misure di risparmio energetico uniformi per tutti gli Stati pur imbattendosi nelle proteste di Spagna e Portogallo, i quali, essendo forniti dal gas naturale liquefatto, erano meno colpiti dalla crisi. La proposta di price cap infine arriva e anche se questa non soddisfa né i promotori né gli scettici, la presidenza ceca del Consiglio dell’Unione Europa riesce a trovare un accordo, complice anche l’abbassamento dei prezzi del gas e il relativo assenso tedesco. Oltre a questa misura coordinata, la Commissione riesce a introdurre il tema degli acquisti comuni di gas, sulla falsa riga degli acquisti di vaccini anti-Covid. Con l’estensione di tali misure anche a tutto il 2024, viene il sospetto che l’Atomium si veda dalle finestre del Palazzo Europa del Consiglio[1].

Il bagno di Realpolitik continua con le interviste esclusive con il commissario europeo Paolo Gentiloni e i ministri Raffaele Fitto e Gilberto Pichetto Fratin. Queste conversazioni, svolte con il sollievo di soluzioni comunitarie risultate efficaci, trattano dei prossimi passi verso il completamento degli obiettivi climatici dell’Unione Europea fino al 2050. La percezione di una crisi in via di risoluzione porta inesorabilmente gli attori in gioco a mostrare di nuovo le loro differenze di vedute. Queste posizioni non vengono commentate dall’autore, che invece decide di lasciare al lettore la facoltà di costruirsi la propria opinione sul futuro energetico europeo. Il novero delle fonti viene ulteriormente arricchito nell’ultimo capitolo da una disamina di spunti filosofici, da Hegel a San Francesco e Oppenheimer.

Scintille è quindi un’importante lettura di formazione per chi in Italia si voglia seriamente occupare di politiche energetiche, soprattutto in ambito europeo. Il giusto compromesso tra storia e cronaca recente, realpolitik e filosofia, permette a lettori provenienti dai più diversi ambiti di potersi proiettare nella fabbricazione dell’integrazione europea del futuro, con un occhio al bisogno di consenso tra gli Stati membri e uno all’Atomium.


[1] Valeria Cozza, Proroga dei regolamenti di emergenza sulla sicurezza dell’approvvigionamento e sui prezzi dell’energia: il Consiglio adotta misure, Comunicato stampa, Bruxelles: Consiglio dell’UE, 22 dicembre 2023).

Scritto da
Marco Valenziano

Laureato in European Political and Governance Studies al Collegio d’Europa di Bruges. Si interessa di politica e affari europei, soprattutto su tematiche energetiche. Ha lavorato nel settore del marketing e della consulenza. Ha partecipato al corso 2023 di “Traiettorie. Scuola di lettura del presente”.

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