Scritto da Andrea Pareschi
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Recensione a: Michel Houellebecq, Sottomissione, Bompiani, Milano 2015, pp. 252, 17.5o euro (Scheda libro).
Recensire Soumission, il romanzo di Michel Houellebecq, non è solo recensire un’opera letteraria: la vena fantapolitica che lo innerva fa sì che esso non solo si inserisca in dibattiti attuali e accesi sul futuro delle società europee, ma retroagisca anche su di essi con i suoi spunti. Ciò che mi interessa è quindi una valutazione critica della dimensione di speculazione politica del libro [1].
Il suo ingresso nel dibattito pubblico è stato garantito innanzitutto da una coincidenza: il romanzo, nel quale si narra dell’ascesa al potere di un partito islamico in Francia nel 2022, è comparso nelle librerie francesi il 7 gennaio, data dell’attentato alla redazione di Charlie Hebdo. Nel suo ultimo numero, il settimanale satirico gli aveva dedicato una recensione e la vignetta di copertina. E nei giorni in cui la sollevazione repubblicana in difesa della libertà di espressione si accompagnava ai timori esistenziali dell’Occidente sul rapporto con l’Islam, Sottomissione si installava in testa alla classifica dei best-seller, mentre Houellebecq negava recisamente che la sua opera fosse islamofoba.
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Indice dell’articolo
Pagina corrente: Introduzione
Pagina 2: Recensione
Pagina 3: La fantapolitica di Houellebecq