Steve Bannon e “il finanziere nero” Robert Mercer
- 26 Aprile 2019

Steve Bannon e “il finanziere nero” Robert Mercer

Scritto da Alessandro Maffei

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Quello che pubblichiamo di seguito è il secondo di una serie di articoli dedicati a Steve Bannon, alla sua vita e alla genesi delle sue idee politiche. Si tratta di una figura che ha giocato un ruolo rilevante nell’ascesa della cosiddetta alt-right statunitense e in seguito come consigliere di Donald Trump, e che tuttora si propone come organizzatore e come ideologo delle nuove formazioni di destra a livello internazionale. La sua controversa figura resta tuttavia relativamente poco conosciuta, malgrado le implicazioni delle sue attività anche nel nostro Paese. Il primo contributo è dedicato alla biografia di Bannon, dalla giovinezza all’arrivo alla guida di Breitbart News.

Al centro di questo secondo articolo c’è invece l’analisi del legame di Bannon con Robert Mercer, un ex matematico ed esperto di informatica che, ritrovatosi all’improvviso miliardario grazie al lavoro in un fondo speculativo, ha deciso di dedicarsi alla sua principale passione: la politica. E nello specifico, la politica di estrema destra. Quali sono le idee politiche del “finanziere nero”? Di quale America vorrebbe farsi portavoce? Come, e quanto, ha pesato il suo sostegno a Bannon e a Trump? Il terzo articolo ripercorre i duecento giorni di Bannon come Capo stratega della Casa Bianca.


Robert Mercer è un uomo alto e dai capelli argentati, che porta con eleganza i suoi 72 anni. Ha un sorriso astuto, gli occhi piccoli e la sua storia sembra quella di un personaggio di un film americano di basso livello. Invece è un uomo in carne e ossa, e, soprattutto, è uno degli uomini più potenti al mondo. Si tratta di un matematico ed esperto di informatica che, ritrovatosi all’improvviso miliardario, ha deciso di dedicarsi alla sua principale passione: la politica. E nello specifico, la politica di estrema destra.

Negli ultimi anni, anche grazie a una sentenza della Corte Suprema (Citizen United vs Federal Election Commission, 2010)[1] che rendeva molto più ampie le possibilità di finanziamento dei partiti politici o dei singoli candidati da parte di un unico soggetto, è diventato tra i principali finanziatori del Partito Repubblicano e del mondo dell’alt-right. Solo nel periodo compreso tra il 2006 e il 2016 pare abbia donato complessivamente circa 35 milioni di dollari al Partito Repubblicano[2]. È grazie a questa attività di finanziatore che ha conosciuto Steve Bannon ed è diventato il padrino politico (e tra i principali azionisti) di Breitbart News, a cui ha versato più di 10 milioni di dollari.

La vita

Robert Mercer non è sempre stato ricco. Figlio di una famiglia della classe media americana, conseguì una laurea in matematica e fisica e un dottorato in scienze informatiche. Quella dei computer era sempre stata la grande passione di Robert, un ragazzo taciturno ed estremamente introverso, secondo alcuni al limite del patologico. Terminati gli studi iniziò a lavorare a un sistema di traduzione computerizzata simultanea di conversazioni (parte del suo lavoro sarebbe stato successivamente utilizzato per sviluppare i sistemi di Siri e Google Translate). Invece di provare ad elaborare una struttura grammaticale da “insegnare” al traduttore linguistico, Mercer provò a lavorare sull’accumulazione di un’enorme quantità di dati da parte del sistema, il quale li avrebbe poi analizzati e creato degli schemi che facessero previsioni sulla probabile traduzione, procedendo quindi più “per tentativi” piuttosto che in maniera grammaticale. La raccolta di tutti questi dati avrebbe negli anni successivi fatto da “ispirazione” al lavoro di Cambridge Analytica.

Nel 1993, a seguito della morte della madre in un incidente d’auto e, sei settimane dopo, della morte del padre, con problemi economici e tre figli da mantenere, decise di abbandonare questo progetto per passare a uno molto più redditizio: iniziò infatti a lavorare per Renaissance Technology.

La ricchezza

Renaissance Technologies è un hedge fund, un fondo speculativo, nato nel 1982. Il suo fondatore, James Simons, è un matematico e fisico miliardario ritenuto da molti un genio. È stato definito dal Financial Times “il miliardario più intelligente al mondo”[3]. Dopo essersi laureato in matematica al MIT e aver conseguito un dottorato sempre in matematica a Berkeley ha insegnato tale materia all’università. Nei primi anni Ottanta Simons decise di dare vita a Renaissance Technology. La peculiarità di questo fondo speculativo era quella di occuparsi di finanza in maniera scientifica: Simons assunse quasi tutti i dipendenti non sulla base di conoscenze economico o finanziarie, ma cercò principalmente matematici, fisici e informatici, adattando queste conoscenze al mondo della finanza così da poter stabilire, tramite formule, logaritmi e computer, l’andamento dei vari titoli in borsa. L’altissima professionalità dei dipendenti (quasi un terzo di essi possedeva un dottorato) fece sì che il passaggio dal mondo dei numeri a quello della finanza fosse rapido. Alcuni arrivarono a definire questo progetto, vista la caratura del personale scelto, un “progetto Manhattan a livello civile”, rifacendosi al famoso gruppo di scienziati e luminari che durante la Seconda Guerra Mondiale costruirono la bomba atomica.

I clienti che sceglievano di affidare il loro denaro alla Renaissance Technology avrebbero potuto partecipare a vari fondi speculativi in base al loro profilo e alla quantità di capitali che portavano in dote. Tra i vari fondi elaborati spicca senza dubbio il Medallion Fund, un esclusivissimo progetto che è stato definito da Bloomberg News la più grande “macchina da soldi” del mondo[4]. Anche grazie alla straordinaria forza trainante del Medallion Fund la Renaissance Technology è arrivata nel 2019 a gestire circa 91 miliardi di dollari in asset under management[5] e Simons è diventato, con un patrimonio personale di 21 miliardi di dollari[6], il 24° uomo più ricco al mondo. Il Medallion Fund rese i dipendenti di Renaissance, e in particolare coloro che avevano lavorato in prima persona al progetto, tra le persone più ricche del Paese. E tra coloro che aveva sviluppato questo fondo vi era anche Robert Mercer, il quale nel 2009, dopo il ritiro di Simons, divenne co-CEO di Renaissance Technology.

Robert Mercer e la politica

Nonostante quanto affermato da Steve Bannon, secondo cui i Mercer sarebbero “le persone più middle-class del mondo”, la ricchezza ha cambiato drasticamente le loro vite. La famiglia si è trasferita in una villa denominata Nido del Gufo (Owl’s Nest) e Robert ha comprato uno dei più grandi arsenali da guerra (armi automatiche, semiautomatiche ecc.) di tutto il Paese. Il Nido del Gufo è stato presto popolato da una folta schiera di dipendenti e inservienti, tra cui anche un fisico di fiducia che, a quanto pare, Robert porterebbe sempre con sé. I lavoratori dell’Owl’s Nest si sono spesso lamentati di non avere diritti, di essere sottopagati e di ricevere sovente lo stipendio in ritardo, oltre che di una serie di piccole stranezze dei proprietari di casa[7].

Tra le molte cose che Robert ha potuto fare con la sua fortuna vi è sovvenzionare coloro che supportavano le sue idee politiche radicali. Ha per esempio donato oltre un milione e mezzo di dollari ad Arthur Robinson[8], un chimico che sostiene che il riscaldamento globale non esista e che la teoria evoluzionista sia un modo utilizzato dal governo per fare il lavaggio del cervello ai bambini e portare avanti una propaganda socialista contro la Bibbia[9]. Robert Mercer crede fermamente in queste teorie, nonostante varie persone gli abbiano fatto notare che il mondo scientifico le condanni unanimemente.

È complicato stabilire in maniera chiara il pensiero politico di Mercer data la sua natura taciturna (egli stesso una volta, dopo una conferenza di quaranta minuti, disse ironicamente che quello era più di quanto comunemente parlasse in un mese), ma possiamo trarne un quadro abbastanza dettagliato grazie alle ricostruzioni di suoi colleghi, alle sue dichiarazioni e ai lauti finanziamenti che ha elargito nel corso della sua vita. Sappiamo per esempio che è convinto che le radiazioni atomiche facciano bene e che le popolazioni di Hiroshima e Nagasaki siano diventate più sane a seguito delle bombe atomiche (idea suggeritagli sempre da Robinson). Durante la Guerra del Golfo pare che Mercer abbia detto che gli USA avrebbero dovuto semplicemente portare via tutto il petrolio dall’Iraq. Ha affermato in più di un’occasione che il principale errore della storia americana sia stato il Civil Rights Act del 1964 che diede diritti politici ai neri superando il segregazionismo[10]. A suo parere tale legge avrebbe peggiorato la condizione degli afro-americani, i quali sarebbero stati più a loro agio sotto la “protettiva” tutela dei bianchi. Com’è facile dedurre, Mercer ritiene che non esista un problema razzismo negli USA (né tanto meno si ritiene egli stesso xenofobo), ma ha anzi affermato che se proprio bisogna trovare del razzismo negli Stati Uniti allora esso è senza dubbio da parte dei neri contro i bianchi. Tra i vari gruppi che ha finanziato da quando è diventato miliardario vi è tuttavia anche un think tank che lavora a come coinvolgere più afroamericani nel Partito Repubblicano. Il principale ideale politico di Robert Mercer è l’abbattimento dello Stato.

Patterson, un suo ex collega, ha confidato a The New Yorker che l’avversione di Mercer per le teorie del cambiamento climatico derivi, a suo parere, dal fatto che accettandole si genererebbe una falla nella visione del mondo di Mercer, poiché si presenterebbe un problema non risolvibile in maniera autonoma dal mercato economico e finanziario. Il fatto che invece l’economia possa generare da sé tutte le soluzioni costituisce uno dei punti fermi della vita del miliardario californiano. Robert Mercer disprezza tutta la rete di aiuti e sistemi statali di sussistenza per i più bisognosi.

È un seguace dell’Oggettivismo, una corrente filosofica sviluppata dalla scrittrice Ayn Rand (la cui principale opera, La rivolta di Atlante, venne definita causticamente in un episodio dei Simpson “la Bibbia dei falliti di destra”[11]). Questa corrente, poco conosciuta in Italia, è caratterizzata da un fortissimo individualismo a tratti rassomigliante a un anarco-capitalismo. Secondo gli oggettivisti, le persone non hanno un valore intrinseco, ma valgono solamente nella misura in cui sanno accumulare e produrre denaro. Un gatto, per esempio (animale che Mercer apprezza molto) ha valore in quanto suscita piacere all’uomo. Se una persona guadagna dieci volte più di un’altra persona significa che vale dieci volte più di essa. È di conseguenza facile capire il disprezzo di Mercer per i sistemi assistenziali. Coloro che non solo non producono denaro, ma sono un peso economico per gli altri sono fondamentalmente esseri disprezzabili, inutili e senza alcun valore. L’emblema di tutti i mali è lo Stato che, nella visione di Mercer, funzionerebbe al contrario: deruberebbe e ostacolerebbe con le tasse i ricchi, meritevoli di rispetto e umanamente validi, per elargire denaro ai bisognosi, visti come dannosi, deprecabili e incapaci di autoregolarsi. Inutile dire come, secondo questa visione, peggio dello Stato in sé vi possa essere solo uno Stato socialista. E l’incarnazione del socialismo negli Stati Uniti, per ogni estremista repubblicano, è il Partito Democratico.

Come quasi tutti i sostenitori dell’alt-right a stelle e strisce, Mercer odia sinceramente e visceralmente la famiglia Clinton, vista come una lobby corrotta che ha interrotto le “magnifiche sorti progressive” del neoconservatorismo americano (Reagan 1980 – Reagan 1984 – Bush senior 1988). Arrivato a questo punto del testo il lettore si sarà reso conto di come Robert Mercer sia alquanto sensibile al complottismo. Non si sorprenderà dunque nel sapere che uno dei motivi per cui covi del livore verso la famiglia Clinton è che li consideri parte di una setta dedita agli stupri e agli omicidi (tali fatti, inutile dirlo, verrebbero coperti dai media mainstream e dai giornali collusi con il potere)[12].

Il sostegno a Breitbart News e Cambridge Analytica

Come si è già detto da alcuni anni Mercer ha iniziato a finanziare i progetti o gli individui che riteneva capaci di plasmare il mondo in base alla sua concezione. Grazie alla sua fondazione, la Mercer Family Foundation, e al lavoro di una delle figlie, Rebekah[13], ha accresciuto notevolmente il suo potere sociale e la sua capacità di influenzare la realtà. È grazie a questo percorso che ha incontrato Steve Bannon. Bannon ha insistito perché aumentassero i fondi destinati a Breitbart News, considerato dal cineasta virginiano un “cavallo vincente” e i Mercer, convinti dal pensiero di quel bizzarro e radicale personaggio abituato ad andare in ufficio con la barba sfatta e una t-shirt spiegazzata, lo hanno poco per volta adottato come consigliere politico.

È stato sempre Bannon a insistere perché i Mercer fondassero e donassero 5 milioni di dollari a Cambridge Analytica (CA). L’obiettivo di questa compagnia era quello di raccogliere enormi quantità di dati sul maggior numero possibile di individui e utilizzarli non a fini promozionali o di marketing, ma per scopi politici. È in questo frangente che l’enorme lavoro di raccolta di dati per la creazione di un traduttore simultaneo a cui Mercer aveva lavorato in gioventù è tornato utile. L’acquisizione delle informazioni è avvenuta su Facebook, ottenendo i dati raccolti da uno studioso, Alexander Kogan, tramite la diffusione di un’app. Gli utenti potevano accedere a questa app, chiamata thisisyourdigitallife, tramite Facebook. In questo modo davano accesso a tutte le informazioni presenti sul loro profilo social e su quello dei loro amici. Se è vero che la raccolta di dati non viola le norme di quel grande far west digitale che è Facebook (gli utenti, appena scaricata l’app, dovevano infatti accettare la cessione dei dati premendo OK in fondo a una lunghissima pagina che spiegava dettagliatamente e prolissamente le “condizioni contrattuali”), è espressamente vietato ciò che accadde dopo. Kogan infatti cedette queste informazioni a un ente terzo, cioè Cambridge Analytica.

I dati così raccolti vennero successivamente rielaborati e utilizzati per sviluppare un profilo psicologico ed emotivo altamente dettagliato dell’individuo. L’insieme dei vari profili fu infine utilizzato per elaborare strategie politiche. Lo sviluppatore di questo lavoro fu Michal Kosinski, un ricercatore di Cambridge esperto di computer e psiconometria. Nella sua idea il progetto avrebbe dovuto essere utilizzato a fin di bene (riteneva per esempio possibile convincere, con questo sistema, le persone a votare invece che ad astenersi). Quando ha scoperto che Cambridge Analytica utilizzava questi dati in maniera manipolatoria e propagandistica, in modalità da lui stesso definite “non-etiche e probabilmente nemmeno legali”, Kosinski se ne è allontanato. Gli algoritmi e gli studi da lui sviluppati sono tuttavia rimasti in mano a Cambridge Analytica. Kosinski stesso ha affermato che raccogliendo le coordinate di 70 like messi da una persona su Facebook, i suoi algoritmi sono in grado di tracciare un profilo di quella persona più dettagliato di quello che saprebbero fare gli amici della stessa. Con 150 like si conoscerebbe il soggetto meglio di come possano conoscerlo i suoi genitori. Con 300, a suo parere, si potrebbe superare il livello di conoscenza che ha di quella persona il rispettivo coniuge[14]. Secondo le stime del Guardian e del New York Times, i quali stanno da tempo conducendo un’indagine sul tema, Cambridge Analytica ha avuto accesso ai dati di circa 50 milioni di persone, principalmente utenti Facebook.

Oggi sappiamo per certo che Cambridge Analitica, la quale ha avuto come Vice Presidente Steve Bannon e che negli anni ha ricevuto complessivamente circa 15 milioni di dollari di finanziamenti da Robert Mercer, ha consegnato parte dei dati raccolti nel Regno Unito alla fazione Leave durante la Brexit, in particolare ai comitati vicini a Nigel Farage (il suo avvocato, peraltro, abitava nello stesso palazzo di Bannon). La gola profonda dello scandalo, Christopher Wylie, ex dipendente della compagnia, dà per certo inoltre che i dati raccolti da CA siano anche stati utilizzati da un partito italiano, ma dice di non sapere quale. CA stessa afferma di aver collaborato con un partito italiano nel 2012 (“un partito che aveva avuto successo l’ultima volta negli anni Ottanta e che stava rinascendo”, affermava l’homepage di CA, anche se è probabile che questa collaborazione non sia in realtà mai avvenuta) ma molti sostengono che avrebbe lavorato in Italia anche durante il referendum del 4 dicembre e le elezioni del 4 marzo. CA ha inoltre avuto stretti rapporti sia con la Russia che con Marine Le Pen. È infine dimostrato il fatto che essa abbia influenzato anche le elezioni USA, durante le quali il capo-stratega di Trump era anche il vicepresidente di CA, ovvero Bannon. Il Super PAC dei Mercer, cioè il comitato elettorale ed economico da loro diretto in favore della campagna di Trump, ha pagato per questi servizi offerti durante la campagna elettorale 5 milioni di dollari a CA. Il 2 maggio, a seguito dell’eccessiva attenzione mediatica derivata delle indagini del Procuratore USA Mueller riguardanti il RussiaGate, CA ha chiuso i battenti, ma al suo posto ha aperto Emendata, una società che pare portare avanti gli stessi progetti e le stesse finalità di CA.

Bannon nel frattempo aveva convinto i Mercer a dare vita anche al Government Accountability Institute (GAI), che avrebbe dovuto scavare nel passato dei politici per trovare materiale compromettente (soprattutto in ambito finanziario) e consegnarlo poi ai media mainstream. Il progetto era nato da un’intuizione dello stesso Bannon il quale si era reso conto che i media tradizionali erano sempre più in difficoltà a commissionare dispendiose analisi e indagini finanziarie. La GAI si presentava così come un gruppo a cui “appaltare” tali ricerche a prezzi bassi, dato che essa era un’associazione senza scopo di lucro (i soldi per condurre tutte queste indagini, inutile dirlo, arrivavano dai Mercer). Ovviamente le iniziative investigative della GAI non erano mosse da un desiderio di trasparenza ma piuttosto da faziosità politica, tanto è vero che essa condusse e consegnò ai media indagini finanziarie solo contro gli oppositori dei disegni politici di Bannon e dei Mercer (principalmente Jeb Bush, il candidato repubblicano pro-establishment, e Hillary Clinton).

I Mercer hanno però anche finanziato direttamente le campagne elettorali di vari candidati. Dopo essere stati vicini a Ted Cruz sono passati pubblicamente al lato di Donald Trump pensando di poter, con una sola mossa, far eleggere un presidente compatibile con la loro visione politica e fermare la loro nemica giurata Hillary Clinton.

A una possibile vittoria di Trump, in realtà, non credeva quasi nessuno. Stando a quanto riportato da Michael Wolff in Fire and Fury, nemmeno lo stesso Trump, il quale si sarebbe rifiutato di spendere troppi soldi nella campagna elettorale, ritenendola una causa persa. Gli unici a dare fiducia a quella candidatura furono proprio i Mercer, i quali si trovarono così, con i loro finanziamenti, ad avere un peso straordinario sulla campagna elettorale. Dopo le dimissioni di Manafort riuscirono a far nominare capo della campagna elettorale Steve Bannon, Kellyanne Conway come sua direttrice e Bossie come vice direttore.

Successivamente alle elezioni e alla vittoria di Trump, questi bizzarri miliardari si ritrovarono così ad avere un credito straordinario presso l’uomo più potente del mondo.

Mercer

Il 3 dicembre 2016 si svolse un party di festeggiamento all’Owl’s Nest a cui partecipò lo stesso Trump. Come Bannon ha fatto più volte notare in privato, il tycoon non avrebbe mai vinto le elezioni senza i Mercer. Una volta insediatosi alla Casa Bianca, Trump ha ripagato questo aiuto facendo far carriera ai protetti di Robert Mercer: Kellyanne Conway è diventata consigliere del Presidente (ancora in carica) e Michael Flynn è diventato Segretario della Sicurezza Nazionale (ma è costretto a dare le dimissioni dopo un mese a causa del RussiaGate). Dopo la fuoriuscita di Flynn e l’intermezzo di MacMaster i Mercer sono riusciti a reinsediare nel massimo ruolo di sicurezza USA un loro uomo, cioè John Bolton. Jeff Sessions, vicino ai Mercer, è diventato Procuratore Generale degli Stati Uniti, ma è stato licenziato dopo le MidTerms Elections. Breitbart News è diventato il principale mezzo di propaganda proTrump e oggi viene considerato nel mondo della destra americana secondo solo a Fox News come affidabilità tra i media.

Steve Bannon è diventato Capo Stratega della Casa Bianca e Consigliere Anziano del Presidente. Molti sostengono che il discorso di insediamento di Trump sia stato scritto da lui. Dopo lo scandalo derivato dal libro Fire and Fury è stato costretto, il 18 agosto 2017, ad abbandonare la Casa Bianca. I Mercer, dopo questi fatti, lo hanno ripudiato, temendo che rimanendo legati a lui avrebbero perso il legame con Trump. Il 9 gennaio 2018 Bannon si è dimesso anche da Breitbart News, a seguito della minaccia fatta dai Mercer di ritirare tutti i finanziamenti al sito se fosse rimasto lui a dirigerlo. Successivamente a questa rottura il peso politico di Bannon si è drasticamente ridimensionato. Oggi, come tante volte ha dovuto fare nella sua vita, sta provando a reinventarsi e a ripartire da capo.


[1] Citizen United vs Federal Election Commission 

[2] Bowers, John. “A hedge fund house divided: Renaissance Technologies”. OpenSecrets Blog. Center for Responsive Politics.

[3] “Alternative Rich List”. FT.com

[4] https://www.bloomberg.com/how-renaissance-s-medallion-fund-became-finance-s-blackest-box

[5] https://fintel.io/i/renaissance-technologies-llc

[6] https://www.forbes.com/profile/jim-simons/#128171dc3b6a

[7] Pare per esempio che una cameriera che non cambi la confezione di shampoo quando è rimasto solo metà del liquido nella confezione rischi il licenziamento.

[8] https://fivethirtyeight.com/features/the-grandfather-of-alt-science/

[9] Sembra tra le altre cose che Robinson sia un convinto assertore di terapie salutistiche decisamente fuori dal comune.

[10] “Mercer, for his part, has argued that the Civil Rights Act, in 1964, was a major mistake. According to the onetime Renaissance employee, Mercer has asserted repeatedly that African-Americans were better off economically before the civil-rights movement”, www.newyorker.com/the-reclusive-hedge-fund-tycoon-behind-the-trump-presidency

[11] http://www.openculture.com/2018/06/the-simpsons-take-on-ayn-rand.html. Va detto, per onore di cronaca, che il capolavoro di Ayn Rand ha sempre suscitato grande dibattito e posizioni contrastanti.  Il critico Michael Shermer sul Times lo definì “il libro più influente sulle vite dei lettori dopo la Bibbia“. L’economista neoliberista Ludwig von Mises, invece, a proposito dell’opera, scrisse in una lettera privata a Ayn Rand: “La rivolta di Atlante non è solo un romanzo. È anche (e posso affermare prima di tutto) un’analisi convincente dei mali che affliggono la nostra società, un rifiuto motivato dell’ideologia dei nostri sedicenti “intellettuali” e un impietoso smascheramento delle falsità delle politiche adottate dai governi e dai partiti […] Lei ha il coraggio di dire alle masse ciò che nessun politico ha mai detto loro: siete inferiori e tutti i miglioramenti delle vostre condizioni, che prendete per scontato, sono dovuti agli sforzi di uomini migliori di voi” library.mises.org/21_4_3.pdf

[12] www.newyorker.com/the-reclusive-hedge-fund-tycoon-behind-the-trump-presidency

[13] Una signora che non ha mai mandato i figli a scuola preferendo farli istruire a casa e che, quando ha scoperto che il negozio che faceva i suoi biscotti preferiti avrebbe chiuso, ha comprato il negozio.

[14] https://www.ilpost.it/2018/03/19/facebook-cambridge-analytica/


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Scritto da
Alessandro Maffei

Ha conseguito una laurea magistrale in Relazioni internazionali all’Università di Bologna e una in Economia dell’innovazione e Storia dell’economia Università di Lund (Svezia). Si interessa di Storia dell’economia, Relazioni internazionali, ed Economia dell’innovazione. Ha preso parte alla campagna elettorale americana del 2016.

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