Scritto da Gianluca Piovani
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Lo studio della BM mette in luce come la disuguaglianza non sia solamente verticale, ovvero distribuita in modo randomico tra gli individui, ma anche orizzontale, ovvero tra gruppi uniformi ma separati e diversi. I principali tipi di diseguaglianza orizzontale individuati sono quelli tra giovani e senior nel mondo del lavoro e quelli legati all’occupazione, alle divisioni regionali e alle opportunità. La divisione in gruppi diversi ma omogenei aumenta la percezione della diseguaglianza ed il senso di ingiustizia di quest’ultima per individui che sempre più si sentono intrappolati in uno schema sociale ineluttabile.
Diseguaglianze tra giovani e senior
Nel 2015 i giovani (15-24 anni) impiegati con contratti precari in Germania, Francia, Italia e Olanda erano più della metà del totale; in Polonia, Slovenia e Spagna erano il 70%. In media i lavoratori precari in Europa guadagnano il 14% in meno dei lavoratori non precari e solamente uno su cinque è poi assunto a tempo indeterminato alla scadenza del contratto. La crisi economica ha colpito in modo disuguale i lavoratori senior già inseriti nel mondo del lavoro, i quali hanno potuto beneficiare della completa tutela tipica del welfare state europeo, ed i giovani, che invece faticano sempre più ad inserirsi in un mondo del lavoro sclerotico e bloccato dai più tutelati senior. La percezione di essere cittadini di serie B provata da molti giovani scoraggia la partecipazione alla vita democratica e causa un incremento dell’astensionismo; sono inoltre citati studi che dimostrano che la percezione di diseguaglianza all’interno della società è maggiore per individui il cui contratto è precario rispetto ad altri impiegati a tempo indeterminato.
Polarizzazione nelle occupazioni
La rivoluzione tecnologica sta causando la polarizzazione dei ceti sociali in termini reddituali. L’informatizzazione e l’automazione stanno rendendo superflui ed eliminando molti lavori tipici della classe media impiegatizia. La maggior parte degli ex lavoratori del ceto medio “spodestati” dalla tecnologia non riesce a riposizionarsi nel mondo del lavoro se non in fasce di reddito basse; solamente una fetta minoritaria riesce a riqualificarsi e assumendo lavori prestigiosi e dalle retribuzioni elevate. La classe media è storicamente una fascia di popolazione conservatrice e favorevole al mantenimento dello status quo: la sua crisi mina la stabilità sociale e incoraggia il voto di protesta a favore di partiti genericamente anti-sistema.
Divisione regionale
La divisione in regioni è sempre stata un fattore di disuguaglianza rilevante, così come mostra il secolare dibattito sulle differenze tra il meridione ed il resto d’Italia. Per appianare questi divari sono tipicamente necessarie politiche di redistribuzione attuate a livello statale. Con la crisi economica le politiche di spesa pubblica sono state indiscriminatamente colpite da forte stigma sociale, comprese queste. Le aree svantaggiate sono quindi state sostanzialmente abbandonate a se stesse e vengono ora percepite come un inutile fardello da quelle più sviluppate alimentando focolari secessionisti (come ad esempio quello Catalano).
Ineguaglianza di opportunità
L’ineguaglianza di opportunità è quella che discrimina il futuro delle persone in base a fattori indipendenti dal merito come ad esempio la rete di conoscenze. Lo studio della BM mostra dati in base ai quali l’istruzione e il merito sembrano essere sempre meno rilevanti nella determinazione delle fortune economiche dei cittadini. La mancanza di mobilità sociale collegata al merito aumenta la percezione di diseguaglianza e offende il senso di giustizia sociale dei cittadini.
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