“La teologia narrativa di papa Francesco” di Gian Enrico Rusconi
- 21 Febbraio 2018

“La teologia narrativa di papa Francesco” di Gian Enrico Rusconi

Scritto da Francesco Belmonte

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La Teologia alla prova del disordine familiare e dell’irrisolta questione del genere

Papa Francesco, inoltre, rivolge una attenzione determinante rispetto all’organo centrale della Chiesa, la «cosa più bella che Dio ha creato». La famiglia come luogo dell’accoglimento della parola di Dio. L’attività generativa ed educativa assume il riflesso dell’opera creatrice del Padre. Anche la sessualità assume un’importanza diversa, seguendo alle aperture di Giovanni Paolo II. «La corporeità sessuata non è soltanto sorgente di fecondità e procreazione, ma possiede la capacità di esprimere l’amore: quell’amore nel quale l’uomo diventa dono. L’erotismo più sano, sebbene sia unito a una ricerca del piacere, presuppone lo stupore e perciò può umanizzare gli impulsi». 

I due dilemmi etici- il matrimonio dei divorziati e l’aborto- sono affrontati dal papa attraverso il caposaldo della misericordia. Proprio in Amoris Laetitia si tratta della possibilità di porre rimedio alle nuove unioni matrimoniali senza che vi sia stato l’annullamento del precedente matrimonio. Questo può essere l’esempio più chiaro ed esplicito della priorità dell’accoglienza prima che alla condanna, come ricorda Rusconi, «in nome della misericordia e del discernimento che l’accompagna» (pag.99).

Il fallimento del matrimonio non deve essere inteso solo come fallimento personale della coppia. È un peccato contro Dio proprio perché il matrimonio è voluto da Dio ed è l’immagine della Trinità Chiarito questo concetto, però, in Amoris laetitia si fa un passo avanti. Tutti i figli possono peccare, l’umanità è peccaminosa e il compito della Chiesa non è quello di punire, ma il suo ruolo assomiglia a quello di “un ospedale da campo”. E così viene rivalutato in altra chiave il ruolo dei Sacramenti e soprattutto quelli della Confessione e dell’Eucarestia. «Ai sacerdoti ricordo che il confessionale non deve essere una sala di tortura bensì il luogo della misericordia del Signore. Ugualmente segnalo che l’Eucarestia non è un premio per i perfetti, ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli». Dunque, il perdono è possibile, anche per i divorziati risposati senza che il matrimonio precedente fosse annullato, se tale richiesta di perdono sia commista a pentimento e un nuovo percorso di fede e di discernimento.

In merito all’aborto, papa Francesco ha compiuto un gesto innovativo. Ha esteso in modo permanente a tutti i confessori la possibilità di assolvere le donne che abortiscono e coloro che le aiutano o che le inducono a farlo. Nella lettera apostolica Misericordia et misera così il papa si pronuncia: «posso e devo affermare che non esiste alcun peccato che la misericordia di Dio non possa raggiungere e distruggere». Il peccato dell’aborto, dunque, dall’essere causa di scomunica, viene “declassato” a peccato sì gravissimo ma assolvibile. Proprio in queste nuove posizioni, Rusconi vede come latente una “evoluzione del dogma”.

Nelle ultime pagine del libro, l’autore affronta abbastanza criticamente le posizioni del pontefice in merito alla dichiarata «guerra mondiale della teoria gender nei confronti della famiglia». Al paragrafo 56 di Amoris laetitia si afferma la differenza e reciprocità naturale di uomo e donna, ancorché distinguibili, dai ruoli sociali e culturali maschili e femminili. E inoltre il giudizio sulle unioni omosessuali è netto: “non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”. Da tutto ciò nasce la necessità di difendersi dalla teoria gender. A tal proposito, però, interviene Rusconi sottolineando la confusione della Chiesa e di papa Bergoglio nel distinguere il concetto di sesso, genere e orientamento sessuale. E così dunque, qualsiasi idea che possa toccare uno dei tre argomenti confusi diviene ideologia gender che vuole imporsi come pensiero unico. Educare criticamente al genere, al rispetto per i diversi orientamenti sessuali e per chi non si riconosce nel proprio sesso biologico (tre cose diverse) viene assimilato tout court all’insegnare che si può scegliere a quale sesso appartenere e quale orientamento sessuale avere, di nuovo due cose distinte (pag.119).

Quanto detto dal papa ha comunque riscontrato una notevole opposizione nella Chiesa tradizionalista che in un manifesto dal titolo inequivocabile –La barca di Pietro è senza timone- denuncia «l’esagerato e unilaterale accento sulla misericordia» e la selezione di eventi biblici particolari per portare avanti la sua concezione della misericordia, svalutando così il concetto di “ira di Dio” e di “peccato originale”. Si denuncia inoltre, l’incompatibilità della posizione del papa «con la Sacra Scrittura e/o con la Tradizione, e con gli insegnamenti dei precedenti pontefici».

 A questo punto, si chiede Rusconi, se stiamo affrontando una disgregazione della Chiesa e della sua dottrina, come denunciano gli oppositori di Bergoglio che evocano addirittura la crisi ariana del IV secolo. Rusconi risponde in maniera negativa. Non si prefigura uno scisma, bensì una evoluzione latente del dogma. Bergoglio, anche se dimostra sempre di essere in linea con Paolo, Agostino e Tommaso, di fatto «ricodifica la tradizionale dottrina con codici semantici-retorici-metaforici o mitici, la cui compatibilità con la versione tradizionale è di difficile valutazione» (pag.147).

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Scritto da
Francesco Belmonte

Nato nel 1998. Frequenta il corso di Studi Internazionali all’Università degli Studi di Trento. Appassionato di scienza politica, storia e filosofia.

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