Kōhei Saitō in “Il capitale nell’Antropocene” riflette su come sopravvivere ai mutamenti che l’umanità e il pianeta stanno affrontando.
Roberto Esposito si interroga in maniera radicale sulla nostra identità e sulla lotta come forma ineluttabile della vita.
A cento anni dalla morte di Lenin, Guido Carpi ricostruisce il pensiero, l’azione e la visione strategica del “rivoluzionario assoluto”.
Prisca Amoroso propone riflessioni che da Merleau-Ponty toccano vasti campi della cultura antropologica, biologica, semiotica e filosofica occidentale.
Giulio Azzolini analizza l'opera di Arrighi cogliendone i punti salienti e gli elementi di contatto con altri autori e correnti di pensiero.
Marina Forti con "Malaterra" racconta la storia dei luoghi più inquinati del Paese, delle bonifiche mancate e del drammatico scontro tra lavoro e salute.
"La Grande accelerazione" indaga cause e conseguenze del terremoto ecologico che stiamo vivendo, evidenziandone gli aspetti chiave.
La teoria dell’alienazione occupa un posto di rilievo nell’opera di Marx come contributo significativo alla critica della società borghese.
Utopia e profezia sono elementi fondanti dell'Occidente e della sua politica: P. Prodi e M. Cacciari ne parlano in “Occidente senza utopie”.
La straordinaria ascesa economica cinese consente a Giovanni Arrighi di rileggere Adam Smith in maniera radicalmente diversa.
Arrighi indaga e prova a comprendere la fine dell'egemonia USA e l'avvento della Cina per la guida di un nuovo ciclo di accumulazione.
Quando abbiamo cominciato a pensare al globo? Che tipo di rapporti di potere si sono stabiliti? Su questo si interroga il testo di Vegetti.
Manuel Anselmi indaga il populismo nella sua doppia veste di sfida globale per le democrazie e di tema di riflessione politologica.
"Che cos'è l'Antropocene?" Questa domanda comincia a venire posta anche in Italia, e non solo all'interno delle accademie.
Stéphane Haber tratta del ruolo che l'ecologia gioca nell'analisi del capitalismo, del concetto di alienazione e del neocapitalismo.
Farinelli mostra come la globalizzazione possa esprimere la sua potenza solo in un mondo concepito come globo, come rete, e non più come spazio cartografato.