Scritto da Marco Valenziano
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Andrea Masina è amministratore delegato di GVM Assistance, parte del gruppo GVM Care & Research.
In che modo un’azienda come GVM Care & Research, con la sua storia e la sua vocazione alla sanità, si è avvicinata a un settore apparentemente distante ma coinvolto in una fase di profondo cambiamento, come quello spaziale?
Andrea Masina: GVM Care & Research ha nel suo DNA uno sguardo sempre rivolto al futuro. L’innovazione – tecnologica, di processo e infine digitale – è stata il cardine dello sviluppo del gruppo nei suoi primi cinquant’anni, compiuti nel 2023. Ad esempio nel 2021, a seguito delle restrizioni e dei confinamenti dovuti alla pandemia di Covid-19, GVM ha lanciato la sua risposta nel settore della telemedicina. Una piattaforma, un hub di servizi – che si chiama GVM Assistance – che va a confrontarsi con la sanità del futuro e prova a dare risposte a quelle che saranno le esigenze di salute dei prossimi cinquant’anni. GVM Assistance nasce come incubatore di servizi innovativi di sanità digitale, dunque orientato a capire l’impatto delle nuove tecnologie. Noi pensiamo che possa aiutare le persone a monitorarsi e a ricevere i migliori servizi prima ancora di diventare pazienti. Grazie alla Regione Emilia-Romagna, GVM ha intercettato l’opportunità di sperimentare anche in campo spaziale. Forti del nostro sguardo verso l’innovazione e percependo il supporto da parte delle istituzioni verso aziende storicamente non legate al settore spaziale, abbiamo deciso di misurarci ancora una volta con sfide radicali. Con le nuove frontiere dello spazio, aperte anche a missioni di carattere privato e addirittura turistico, non ci si occupa più infatti solo del contenitore (il vettore), ma anche di tecnologie, servizi e prodotti destinati agli occupanti delle stazioni spaziali. Se il futuro, come sembra, contemplerà viaggi spaziali molto più lunghi e magari anche astro-viaggiatori non perfettamente preparati, come possono essere i ricercatori o i turisti, bisogna allargare i fattori da tenere in considerazione. Abbiamo intenzione di trovare nuove applicazioni per GVM Assistance proprio per rispondere a questa crescente domanda. GVM ha inoltre deciso di provare a confrontarsi in un contesto così estremo per capire se i servizi che sta sviluppando, modellando e in alcuni casi già erogando sulla Terra possano trovare applicazione anche in un contesto complesso come quello spaziale dove ci sono condizioni estreme sia ambientali, come la microgravità, che tecnologiche.
Come sono maturate le condizioni della partecipazione alla missione promossa da Axiom?
Andrea Masina: Tutto è cominciato grazie all’impegno della Regione, quando nell’aprile 2023 ha organizzato una missione per portare le aziende emiliano-romagnole interessate alla space economy a visitare a Houston gli stabilimenti di Axiom e delle aziende del settore che, in varia misura, partecipano allo sviluppo delle missioni spaziali private. In quell’occasione si è aperta una linea di comunicazione diretta con Axiom che è stato l’interlocutore principale per lo sviluppo di tutta la prima fase sperimentale. A stretto giro, siamo entrati in contatto anche con il colonnello Walter Villadei e con l’Aeronautica Militare. Già a Houston abbiamo concepito un progetto attorno a GVM Assistance da testare su Axiom AX-3. Abbiamo subito iniziato un percorso di approvazione dell’esperimento per poter partecipare alla missione AX-3 che è stato estremamente articolato e difficile. Molte delle sfide si sono rivelate inedite anche per Axiom, dato che si tratta di una compagnia ancora in ascesa e che con la NASA sta affrontando processi completamente nuovi. L’Agenzia Spaziale Americana ha una struttura estremamente complessa, con i suoi fornitori e la burocrazia necessaria, che ha rallentato l’approvazione del progetto, limitandolo nella missione AX-3 ai soli test terrestri prima e dopo la missione del colonnello Villadei. Tuttavia, i rapporti con Axiom sono risultati ottimi, e si stanno sviluppando ulteriori ipotesi progettuali per portare in futuro GVM Assistance a bordo. In parallelo, la Regione Emilia-Romagna ha aperto un bando che ha permesso di finanziare parte del progetto completo di GVM che include le missioni Axiom AX-3 AX-4.
Oltre all’indubbio successo comunicativo dell’operazione, qual è stato il contributo e lo stimolo che la partecipazione alla missione ha dato allo sviluppo dei servizi GVM?
Andrea Masina: Come detto in precedenza, GVM guarda sempre al futuro e all’innovazione. Direi che sicuramente la Regione ha dato uno stimolo alla volontà di dimostrare una prospettiva di applicazione universalistica a quelli che erano dei modelli di gestione della salute in crescita, ma pur sempre terrestri. GVM vi ha aggiunto la voglia di misurarsi con situazioni estreme e dimostrare la possibilità di applicare i nostri servizi con successo nelle condizioni più radicali possibili. L’altro aspetto importante di stimolo è stato quello scientifico. Non solo abbiamo testato e validato i nostri modelli di servizio, ma abbiamo potuto raccogliere molti dati di grande interesse in ambito cardiologico. Il nostro esperimento ci è servito per capire come i parametri di funzionamento del cuore e del sistema circolatorio siano alterati tra prima e dopo la missione nello spazio, nell’ottica di capire quali sono i meccanismi in gioco. Questo ci mette in condizione di cercare gli schemi di analisi e le possibili soluzioni che possano in futuro facilitare l’adattamento dell’uomo al cosmo. Abbiamo inoltre coinvolto centri di ricerca universitari per l’analisi, la validazione e l’interpretazione dei dati che abbiamo raccolto. La missione Axiom AX-4 aggiungerà un importante tassello ulteriore con la raccolta dei valori in orbita.
Nello spazio l’ambiente è senza dubbio molto diverso da quello terrestre. Ci sono però dei punti di contatto tra “sanità terrestre” e “sanità spaziale”?
Andrea Masina: Penso che testare i nostri strumenti in condizioni così estreme possa aggiungere grande flessibilità ai prodotti. Chiaramente l’impiego terrestre avrebbe soluzioni più semplificate, ma comunque verificate e migliorate grazie all’esperienza maturata nello spazio. Allo stesso tempo, i sistemi di intelligenza artificiale impiegati da GVM, che già stanno producendo interessanti risultati nella diagnostica a terra, potranno essere ancora più impattanti nelle condizioni estreme dello spazio. Durante la missione AX-4 vogliamo infatti testare l’intelligenza artificiale come supporto al consulto del medico e insieme al telemonitoraggio degli astronauti attraverso appositi device.
Tornando alla collaborazione con la Regione Emilia-Romagna può darci qualche dettaglio ulteriore su come si è sviluppata?
Andrea Masina: Nel 2022 siamo stati coinvolti dal generale Alessio Grasso, manager del settore Aerospace di Dallara, in un’iniziativa tesa a mettere in contatto le imprese private con la Regione e in seguito con l’Aeronautica Militare, in vista del volo del colonnello Villadei su Axiom AX-3. GVM è da sempre promotrice della collaborazione pubblico-privata: ad esempio, il Presidente del Gruppo, Ettore Sansavini, fu il fautore del primo accordo pubblico-privato in sanità. Dunque, c’è stato fin da subito l’interesse a partecipare a questa missione supportata dalla Regione. Il primo incontro è stato in Italia, nel luglio 2022, con l’Amministratore Delegato e Presidente di Axiom Michael Suffredini che ha presentato la visione della sua azienda e l’impostazione delle missioni. In maniera molto “americana” – business-oriented e pragmatica – si è poi interessato ai potenziali ambiti di applicazione delle ricerche e degli esperimenti di GVM. Da lì è partita un’interlocuzione sfociata nella missione della Regione a Houston, ad aprile 2023, dove ci siamo interfacciati direttamente con il Presidente Stefano Bonaccini e l’Assessore Vincenzo Colla. Successivamente, il confronto con Axiom è stato sempre più serrato con un accordo preliminare a giugno 2023 (quello definitivo arriva a circa un mese dal volo). La Regione ha poi pubblicato a settembre un bando di supporto verticale per le aziende che volevano impegnarsi nel settore spazio. GVM ha presentato il suo progetto, già avviato e diviso sulle missioni AX-3 e AX-4, ed è stato finanziato. A novembre Axiom ha confermato il progetto e la Regione ha rinnovato la sua vicinanza presenziando anche al lancio a gennaio 2024 di AX-3, dimostrando così la solidità di un “sistema Emilia-Romagna” che è capace di raggruppare numerose aziende e concretizzare accordi duraturi con partner di primo piano.
Qual è il bilancio di questa prima esperienza e quali immaginate che possano essere le applicazioni a livello aziendale?
Andrea Masina: Questo esperimento rappresenta un investimento di molteplici e importanti risorse, in parte supportate dalla Regione, ma per la maggior parte in capo a GVM. Quindi la visione deve essere necessariamente strategica e finalizzata a creare un business sostenibile. Il supporto della missione ci ha dato visibilità, ma non è stato l’unico fattore critico per mostrare il successo delle nostre soluzioni del futuro come la telemedicina. Per noi il bilancio è assolutamente positivo. Dal punto di vista scientifico abbiamo una quantità imponente di dati da analizzare. Un esempio di facile comprensione ma molto significativo sono gli 800.000 battiti del cuore del colonnello Villadei raccolti, che ci hanno fatto capire come i tempi di recupero da una missione spaziale possono essere diversi da quanto previsto. Da qui sono state studiate tutte le ipotesi che ci eravamo posti e avremo ulteriori approfondimenti grazie ai centri di ricerca che continuano ad analizzare le informazioni e a testarle con nuovi parametri. Dal punto di vista funzionale, sono state validate tutte le tecnologie che confermano che il modello di telemonitoraggio è stato in grado di supportare un astronauta situato a migliaia e migliaia di chilometri di distanza dalla nostra sede di Imola anche in condizioni di quarantena. L’altro aspetto positivo è la partnership vincente con la Regione. Durante il collegamento da terra con Villadei sulla Stazione Spaziale Internazionale, infatti, erano presenti il Presidente di GVM Ettore Sansavini e anche il Presidente della Regione Stefano Bonaccini. L’Emilia-Romagna ha mostrato la volontà di voler sostenere ulteriori sviluppi e investimenti nelle aziende della regione attive nella space economy e, al momento, la Regione sta discutendo con Axiom un accordo per proseguire nella partnership avviata. Dal punto di vista istituzionale, aver partecipato alla missiome Axiom AX-3 ci ha anche portato a un tavolo strategico dove si sta cercando di costruire, con l’interessamento della Presidenza del Consiglio, un partenariato pubblico-privato in cui le eccellenze del settore spazio made in Italy possano trovarsi a collaborare con aziende che non si occupano dei servizi e dei prodotti per gli astronauti.
Il caso dell’Emilia-Romagna è molto interessante perché siamo di fronte a un settore che non solo è in forte sviluppo a livello globale ma che vede il tentativo di sviluppo di un nuovo ecosistema a livello territoriale. Quali possono essere le opportunità a livello sistemico regionale?
Andrea Masina: GVM, come molte imprese e in particolare come quelle che si affacciano al settore della space economy, ha bisogno del supporto istituzionale e di sinergie con altre aziende. La Regione Emilia-Romagna ha dimostrato che il valore di una pluralità di attori che lavorano insieme è superiore alla somma dei singoli. Fare sistema, mostrarsi uniti e supportare in sinergia diversi ambiti permette di sviluppare al meglio le competenze e le eccellenze di ciascuno. Per crescere infatti è indispensabile fare sistema e avere un supporto importante da parte delle istituzioni, come è avvenuto nel nostro caso. La Regione deve essere un soggetto aggregatore proprio in questo senso aggiungendo ai progetti la sua grande credibilità, preziosa quando si opera di fronte ai grandi attori tipici di questo comparto, come nel caso della NASA o di Axiom.
Abbiamo fatto un bilancio del presente, ma prima di chiudere soffermiamoci sul futuro. Quali sono le vostre aspettative per la space economy in un orizzonte temporale di dieci anni da ora?
Andrea Masina: Questo orizzonte temporale è estremamente interessante perché copre il periodo di attivazione della nuova stazione spaziale orbitante di Axiom dove saranno presenti molti componenti made in Italy, tra cui un intero modulo. La nostra ambizione con GVM Assistance è partecipare alla costruzione della sanità del futuro, in ambito terrestre ma anche nello spazio. A questo fine auspichiamo di andare oltre all’esperimento che stiamo svolgendo ora e di diventare stabilmente partner di Axiom nello sviluppo di quei componenti e servizi che andranno a comporre il contenuto della prossima stazione spaziale. Avendo una stazione spaziale dai forti limiti di volumi non possiamo prevedere al momento la costruzione di un ospedale in orbita, ma possiamo pensare a uno spazio da destinare specificamente alla salute in cui aiutare i viaggiatori e gli abitanti a tenere monitorati i loro valori, prevenire problematiche e affrontare eventuali necessità. GVM si propone di farlo non solo nella sua specialità cardiologica ma per il benessere degli astronauti a tutto tondo.