Dopo un lungo periodo di relativa stabilità, l’economia mondiale è stata investita da due crisi epocali in poco più di dieci anni. Si tratta di crisi che rimettono in questione la capacità dei mercati di autoregolarsi, e che hanno colpito proprio nel momento in cui il tema della sostenibilità ambientale e sociale si fa pressante. In questo contesto le istituzioni per la governance economica europea e dell’eurozona, vecchie di poco meno di trent’anni, sembrano appartenere alla preistoria. Il dibattito sulla loro riforma si intreccia dunque con quello sul ruolo dello Stato nell’economia, sulla sostenibilità, sulla necessità di…
Questo contenuto è disponibile solo per gli utenti abbonati
Scritto da
Vicedirettore di dipartimento all’OFCE – Observatoire Français des Conjonctures Economiques dell’Università Sciences Po di Parigi. È responsabile dell’indirizzo economico del Master di Affari Europei presso Sciences-Po, dove insegna macroeconomia internazionale ed europea. È Direttore accademico del programma SciencesPo – Northwestern University su European Affairs. Insegna macroeconomia europea al Collège d’Europe di Bruges, all’INSEAD e alla LUISS, dove è membro del comitato scientifico della School of European Political Economy – SEP. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: “La scienza inutile. Tutto quello che non abbiamo voluto imparare dall’economia” (Luiss University Press 2019) e “La riconquista. Perché abbiamo perso l’Europa e come possiamo riprendercela” (Luiss University Press 2020).