Il paradosso della destra “liberal-protezionista”: il caso del Front National
- 12 Febbraio 2017

Il paradosso della destra “liberal-protezionista”: il caso del Front National

Scritto da Lorenzo Cattani

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Il “liberal-protezionismo” di Marine Le Pen e del Front National

Anche in questo caso, analogamente a Lega Nord e AfD, sono arcinote le posizioni del Front National sulla moneta unica e sul commercio internazionale. Nonostante il programma del partito sia stato rivisto abbassandone i toni, i concetti di fondo non sono cambiati. Il leitmotiv che lega questi temi è sempre quello per cui un ritorno alla moneta nazionale dovrebbe rilanciare la competitività francese. Il ritorno alla moneta nazionale e un accorto programma di protezionismo dovrebbero sottrarre le imprese francesi alla concorrenza sleale internazionale, rilanciando così la sopraccitata competitività. Molto importante è il piano di re-industrializzazione che il Front National intende perseguire tramite un’imposta del 3% sulle importazioni, che dovrebbe incentivare, parafrasando il presidente degli Stati Uniti, a “comprare francese e assumere francese”, all’interno di un progetto che intende rilanciare proprio un sentimento di “patriottismo economico” (è infatti prevista anche una tassa aggiuntiva sulle assunzioni di lavoratori stranieri). C’è chi afferma che questa strategia potrebbe effettivamente rivelarsi vincente, così come c’è chi sostiene che il potere d’acquisto verrebbe migliorato solo nel breve periodo, conducendo a costi elevati nel lungo, ma in questo caso è interesse di chi scrive far riflettere sul ruolo della mano pubblica previsto dal Front National per quanto riguarda questi argomenti. In queste aree è chiaramente caldeggiato un ruolo più importante dello Stato a stimolo della competitività. La stessa posizione viene ripresa in campo securitario e sulla questione migratoria. Per quanto rispetto al 2012 la posizione del Front National si sia leggermente ammorbidita, anche in questo caso l’idea di fondo non cambia e il controllo dei confini è indicato come uno dei capisaldi anche per creare un paese più sicuro. Non elenco le posizioni del Front National al riguardo perché sono abbastanza note e sono meno importanti rispetto a quelle politico-economiche per questo articolo.

A fronte di questi punti che ipotizzano un più forte intervento pubblico, il programma del Front National ne pone altri che invece prevedono una razionalizzazione del ruolo statale per incentivare la performance delle imprese francesi, soprattutto le piccole e medie. Questo si palesa sia tramite una semplificazione amministrativa, che ad esempio incentivi le assunzioni, sia tramite un regime di detassazione che prevede, tra le altre cose, una riduzione del carico fiscale al 15% per le piccole e medie imprese oppure favorire l’accesso al credito delle stesse tramite la concessione di tassi agevolati. Per quanto riguarda gli individui invece, il Front National propone, al fine di tutelare l’equità intergenerazionale, di permettere ai genitori di donare a ciascun figlio fino a 100.000 euro senza tassazione ogni cinque anni (la legge in vigore in questo momento prevede che i 100.000 euro possano essere donati, esentasse, ogni 15 anni). Lo stesso tipo di iniziativa è prevista anche per le donazioni ai nipoti fino a 50.000 euro.

Cosa si può dedurre dal programma di questo partito? Si possono naturalmente osservare i tipici elementi delle destre liberal-protezioniste: lo stato interviene nel proteggere l’economia dalla concorrenza estera e per incentivare il consumo e le assunzioni “domestiche”. Tuttavia, lo stato non interviene per regolamentare il funzionamento interno all’economia nazionale ma si limita ad incentivare un ritorno alla crescita, senza porsi problemi di tipo redistributivo, come testimonia la posizione del Front National sulla successione e sulla possibilità di elargire ogni cinque anni ampie somme a favore di figli e nipoti senza pagare tasse. Il paradigma internazionalista del neo-liberismo è quindi messo pesantemente in discussione, come dimostrano le affermazioni della stessa Le Pen quando parla di un Front National che si schiera contro la globalizzazione e contro i socialisti e i moderati di destra colpevoli di aver danneggiato la Francia in egual misura. Come anticipato anche negli articoli precedenti, i successi di questi partiti non possono essere derubricati ad una temporanea frustrazione dell’elettorato, ma vanno inquadrati all’interno di una situazione strutturale tuttora in evoluzione, dove il neo-liberismo ha mostrato tutti i suoi limiti e, in questo senso, i casi del Front National, AfD e della Lega Nord possono essere interpretati come una prima, seppur solo parziale, critica al neo-liberismo. Tuttavia, queste formazioni politiche non si pongono il problema delle disuguaglianze crescenti e di come i patrimoni stiano riacquistando un ruolo sempre più importante nel plasmare il destino degli individui. Da questo punto di vista è fondamentale acquisire una prospettiva di sinistra che possa arginare l’azione di questi partiti.

La risposta che queste “nuove destre” danno ai problemi che i paesi occidentali stanno affrontando è quella di sacrificare l’internazionalizzazione per poter tornare alla crescita tramite l’isolamento. Va però detto che l’internazionalizzazione non è necessariamente sinonimo di sventura, poiché parafrasando Alexander Wendt “l’internazionalizzazione è ciò che gli stati ne fanno”. L’internazionalizzazione porta anche dei benefici oltre ai rischi di imprese che delocalizzano e capitali che fuggono, uno fra questi è l’incentivare la diffusione delle conoscenze, vero motore dei processi di riduzione delle diseguaglianze. Va messo in discussione il sistema che ha impostato la globalizzazione e l’internazionalizzazione per come noi le conosciamo, ma non va messa in discussione l’internazionalizzazione stessa. 


Bibliografia

Per i 144 engagements présidentiels del Front National www.frontnational.com/le-projet-de-marine-le-pen/

Deaglio, M., Il programma più coerente del nuovo populismo, La Stampa 6/02/2017.

Gordon, R. J. (2012), Is U.S. Economic Growth Over? Faltering Innovation Confronts the Six Headwinds, NBER Working Paper No. 18315.

Cosa vuole fare Marine Le Pen, Il Post 6/02/2017.

Parienté, J. Le FN, de l’admiration pour Reagan à la dénonciation de la toute puissance américaine, Le Monde 1/11/2011.

Piketty, T. (2013), Il Capitale nel XXI secolo, Bompiani.

Long live populism!, Le Monde 11/01/2017.


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Scritto da
Lorenzo Cattani

Assegnista di ricerca presso l’Università di Bologna dove ha conseguito un dottorato di ricerca in Sociologia e ricerca sociale. Ha frequentato un Master in Human Resources and Organization alla Bologna Business School (BBS) e conseguito la laurea magistrale in Scienze internazionali e diplomatiche all’Università di Bologna.

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