Cosa (non) cambia con le elezioni in Nigeria
- 28 Marzo 2019

Cosa (non) cambia con le elezioni in Nigeria

Scritto da Federico Rossi

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I problemi aperti della Nigeria

Il Delta del Niger resta però al centro del dibattito nigeriano anche per la fondamentale questione della gestione delle risorse petrolifere. Nonostante la Nigeria sia il sesto esportatore mondiale di petrolio, essa è infatti costretta comunque ad esportare quasi tutto il greggio per poi reimportare benzina. Questo meccanismo, che aggrava le enormi carenze nella rete energetica del paese, è una diretta conseguenza dell’enorme macchina composta da burocrati e intermediari informali che trae profitto dal settore petrolifero e che prolifera grazie alla corruzione.

Questo sistema aveva trovato in passato la protezione dei governi del PDP, che a partire dal 2015 è stato coinvolto per questo in una serie di scandali anche di grande rilevanza. Uno di questi in particolare occupa ancora una quota importante del dibattito pubblico nigeriano: la vicenda del giacimento offshore Opl 245, in concessione a ENI e Shell, dietro a cui si dirama una rete di tangenti che sembra coinvolgere l’ex ministro del petrolio della giunta militare, Dan Etete, e l’ex consigliere del presidente Jonathan, Abubakar Aliyu, nonché ex alti dirigenti delle due aziende.

Non stupisce, quindi, che la retorica dell’APC, rimasta pressoché invariata dal 2015 ad oggi, abbia puntato a ritrarre l’ex generale e presidente uscente non solo come garanzia di affidabilità nella lotta a Boko Haram, ma anche come estraneo ai meccanismi della corruzione politica. Ciò nonostante le riforme promosse in questo campo hanno mancato in molti casi del giusto approccio, come testimonia il tentativo di ridurre i sussidi statali per il carburante, contestati dalla popolazione che se ne serve per alimentare i generatori necessari a supplire i continui blackout.

Una mancata promessa si è rivelata essere anche la lotta alla criminalità organizzata, su cui una parte della retorica dell’APC aveva spinto molto richiamando ancora una volta l’esperienza della giunta militare nella lotta al traffico di droga. Le gang criminali hanno proseguito la loro ascesa, caratteristica di tutta la Quarta Repubblica nigeriana, e con la crescita dei gruppi legati alla confraternita Black Axe Lagos è diventata negli ultimi anni il principale crocevia del traffico di droga in Africa e lo Stato di Edo il centro della tratta di esseri umani a scopo di prostituzione.

Ormai diventata la prima economia del continente africano e uno degli Stati più popolosi e giovani del mondo, la Nigeria continua insomma ad essere gravata da pesanti difficoltà, dovute in parte alle enormi disuguaglianze sociali e alla grande diversità etnico-religiosa, ma anche ad una classe politica dimostratasi più volte inadeguata a fronteggiare queste difficoltà.

In un simile contesto la violenza è ormai divenuta una pratica costante del conflitto politico, tanto da essere utilizzata non solo da gruppi terroristici o da associazioni criminali ma anche da forze elettorali o dalle forze dell’ordine stesse. Altissimi tassi di disoccupazione e la lontananza sempre maggiore della classe dirigente dalle fasce più giovani della popolazione fomenta la frustrazione derivata dal disagio sociale, soprattutto nelle aree più popolate, e spinge molti a cercare impiego nei settori informali o ad emigrare all’estero.

Nonostante la rielezione, quella di Buhari può essere difficilmente considerata come una vera e propria vittoria. La sua presidenza si trova infatti davanti a una serie di problematiche difficilmente risolvibili attraverso il semplice mantenimento dello status quo, in quanto richiedono politiche di ampio respiro e investimenti considerevoli che il governo dell’APC non sembra né capace né interessato a promuovere.

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BIBLIOGRAFIA

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Scritto da
Federico Rossi

Nato nel 1995, attualmente studente di Scienze Politiche e Sociali presso la Scuola Superiore Sant’Anna e di Governance delle Migrazioni presso l’Università di Pisa, dopo aver conseguito la laurea triennale in Scienze Politiche Internazionali nello stesso ateneo. Attivo in alcune associazioni di volontariato e sportello legale per le migrazioni, tiene una rubrica a tema immigrazione per la rivista online “Il Fuochista”.

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