Scritto da Gianluca Piovani
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Negli ultimi anni l’enorme aumento di valore del bitcoin ha attirato l’attenzione di numerosi commentatori e suscitato un ampio dibattito. Sarebbe possibile e desiderabile sostituire la moneta tradizionale con il bitcoin? Molto spesso sfortunatamente il dibattito si cristallizza su posizioni ideologiche e assolute, come per esempio quelle che sostengono il bitcoin in quanto a favore della “libertà” oppure quelle che vi si oppongono fieramente perché rappresenta una “truffa”. Libertà di o da cosa? E truffa in che senso? Il proposito di questo articolo è fornire alcune basi teoriche su cui poi sviluppare un dibattito ragionato.
Il bitcoin è stato creato nel 2009 come software open source: il suo creatore è tuttora sconosciuto e si cela dietro lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. Il bitcoin è una delle molteplici applicazioni della tecnologia blockchain, la quale permette di trasmettere informazioni in modo criptato. Nel caso del bitcoin l’identità del suo possessore resta assolutamente anonima, mentre al contrario chiunque può conoscere l’andamento delle transazioni. In altre parole, è possibile sapere che un tale bitcoin è passato di mano nel tal giorno e nel talaltro ma non tra chi. Nel caso di una moneta tradizionale effettuare controlli sull’identità degli intestatari è difficile ma non impossibile: solitamente la circolazione del denaro passa sempre attraverso banche le quali, essendo soggetti severamente regolati dagli stati relativamente ai temi dell’anti riciclaggio e dell’evasione fiscale, effettuano segnalazioni per operazioni anomale o di importi rilevanti, controlli che sono invece completamente assenti per il bitcoin. Altra differenza tra bitcoin e moneta tradizionale è che il numero totale di bitcoin in circolazione è limitato: questa limitazione deriva da motivi tecnici e non può essere modificata. Bitcoin e moneta tradizionale sono invece simili per quanto riguarda il fondamento del loro valore: né un euro né un bitcoin hanno valore intrinseco ma si basano semplicemente sulla fiducia. Non è possibile convertire forzosamente euro o bitcoin in altri beni come ad esempio l’oro, bensì il loro valore deriva semplicemente dal fatto che vi sia la fiducia che qualcun altro li accetterà come mezzo di pagamento.
Altra caratteristica del bitcoin è quella di dover produrre ciclicamente (circa ogni dieci minuti) una lista di transazioni la quale, come spiegato sopra, è di dominio pubblico. Creare queste liste è un’attività svolta su base volontaria da soggetti privati chiamati miners e richiede la di un algoritmo complesso e una potenza computazionale elevata. Il primo miner che risolve correttamente l’algoritmo riceve in cambio un certo ammontare di bitcoin che vengono “coniati” per l’occasione. Considerato che il numero totale di bitcoin in circolazione è limitato, il numero di bitcoin dati in premio ai risolutori dell’algoritmo viene progressivamente diminuito negli anni. Considerato che gli algoritmi da risolvere sono molto complessi e la concorrenza agguerrita, arrivare primi richiede una potenza computazionale molto elevata il che ha stimolato la costruzione di cosiddette farms (fattorie) di computer la cui potenza consuma una quantità rilevante di energia (tale argomento sarà approfondito in seguito).
Il bitcoin, sebbene probabilmente la più famosa, non è l’unica applicazione della tecnologia blockchain. Disporre di informazioni criptate utilizzando questa tecnologia può infatti avere più ambiti di applicazione in numerosi settori. Il governo potrebbe utilizzare la tecnologia blockchain per gestire le informazioni ed i documenti dei cittadini mentre alcune assicurazioni utilizzano questa per gestire le informazioni sui sinistri; sarebbe poi possibile applicare la tecnologia blockchain nel settore sanitario per trattare informazioni personali o nel campo della proprietà intellettuale per distribuire musica, video ed altri file. Difficilmente viene messa in discussione l’utilità della blockchain in sé, l’argomento dei dibattiti si concentra su di una particolare applicazione di questa tecnologia, il bitcoin.
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Indice dell’articolo
Pagina corrente: Bitcoin e blockchain
Pagina 2: Il rapporto con le banche
Pagina 3: Conclusioni