Scritto da Jacopo Scita
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Come già accennato la politica estera del Qatar si basa su una doppia strategia: da un lato la propensione all’eclettismo e al coinvolgimento in quanti più scenari possibili, dall’altro una penetrazione politica di ampio respiro fondata sull’interessante e produttivo utilizzo di strumenti di soft power economico e mediatico.
Uno sguardo a volo d’uccello sugli investimenti promossi dalla Qatar Investment Authority è sufficiente per rendersi conto dell’enorme rete di interdipendenza promossa dall’emirato: il fondo controlla attraverso il suo portafoglio asset di primaria importanza tra cui il 17% del gruppo Volkswagen AG e quote rilevanti delle banche Barclays e Agricultural Bank of China. Altre partecipazioni importanti sono quelle nell’immobiliare inglese e americano (il complesso di Canary Wharf e il 10% dell’Empire State Building su tutti), negli aeroporti di Heathrow e San Pietroburgo. In totale il fondo sovrano qatarino gestisce 335 miliardi di dollari[11].
Tuttavia, se i massicci investimenti estero rappresentano un pattern riscontrabile in quasi tutte le monarchie del Golfo, il network mediatico di Al Jazeera è un quasi-unicum a livello regionale. Al Jazeera nasce nel 1996 con le prime trasmissioni in arabo, facendosi notare per una certa libertà editoriale che è rapidamente diventata il trampolino di lancio per la vertiginosa espansione e internazionalizzazione del suo network. Ma c’è di più. Come scrive Brian Whitaker, la qualità e la trasversalità delle trasmissioni di Al Jazeera hanno contribuito a rafforzare la posizione politica e diplomatica del Qatar[12], mettendo definitivamente Doha sulla mappa dei media globali, non senza controversie.
L’esempio forse più chiaro del ruolo attivo di Al Jazeera è la copertura delle Primavera Arabe: nel triennio 2010-2013 le redazioni locali e quella internazionale in lingua inglese del network coprono massicciamente i tumulti, ponendosi come microfono organico delle voci di protesta che per la prima volta nella storia si levavano attraverso i social network. Ma è una copertura che ha un suo preciso senso politico certamente coerente rispetto al supporto qatarino alla Fratellanza Mussulmana: pur nella sua relativa libertà editoriale, Al-Jazeera nasce e rimane distintamente qatarina, unendo l’enorme audience araba (circa 350 milioni di potenziali spettatori) intorno ad un network moderno ed internazionale, ma allo stesso tempo direttamente supportato economicamente e politicamente dalla famiglia Al Thani. Non stupisce, quindi, che nella sua copertura della guerra civile siriana Al Jazeera si sia dimostrata simpatetica con la possibilità di un intervento diretto da parte di una coalizione internazionale anti-Assad, in perfetto concerto con la linea di politica estera qatarina[13]. E ancor meno dovrebbe stupire che nel 2014 tra le clausole imposte al Qatar per risolvere la crisi diplomatica tra Doha e il GCC ci fosse la chiusura della redazione egiziana del network. Richiesta che è ritornata in forma ancora più estesa in occasione della crisi di giugno 2017[14].
Al-Jazeera, quindi, riflette e trasmette il controverso eclettismo della politica estera qatarina: un network moderno, internazionale ed internazionalista, politico ma quasi mai ideologicamente aggressivo e per questo in grado di trasmettere efficacemente e diffusamente la visione del mondo di Doha. Non a caso nel 2003 l’Arabia Saudita ha lanciato il proprio network, Al Arabiya News Channel, ponendosi nuovamente in diretta competizione con il Qatar e Al Jazeera.
La postura tenuta dal Qatar degli Al Thani in politica estera rappresenta senza ombra di dubbio un caso di studio estremamente interessante e controverso. L’alto livello di competizione regionale ha sicuramente fatto da volano per la costruzione di un’identità distintamente indipendente e interessata ad un ruolo di primo piano nello scenario politico dell’area MENA. In questo senso l’idea della costruzione di uno ‘spazio qatarino’ sottende una visione tanto ambiziosa quanto controversa nel suo perseguimento. Nella comprensione della politica estera di Doha non va tuttavia sottostimata l’incidenza di importanti elementi strutturali domestici e internazionali: l’enorme ricchezza generata dalle risorse naturali e l’ombra storicamente minacciosa dell’Arabia Saudita sono, tra i tanti, due elementi cruciali.
Il rapporto tra Doha e Riyad appare estremamente articolato, intrecciando situazioni di aperta competizione ad altre di maggiore collaborazione. Il caso dell’attuale guerra civile yemenita è in questo senso emblematico: nella primavera del 2017, l’Arabia Saudita ha apertamente accusato il Qatar di favorire i ribelli Huthi, estromettendo l’emirato dalla coalizione militare che difendeva la fazione opposta, ovvero il governo di Abdrabbuh Hadi. La crisi diplomatica del giugno 2017, quindi, non è che l’ennesimo momento di un confronto su più livelli apparentemente non destinato a risolversi nel breve periodo.
[1] Russia ‘to supply S-400 system to Qatar’ despite Saudi opposition. Al Jazeera, 2 giugno 2018
[2] Fulton, J. (2018) China’s approach to the Gulf Dispute. China Policy Institute Analysis
[3] Coates Ulrichsen, K. (2017) Qatar: The Gulf’s Problem Child. The Atlantic
[4] Champion, M (2017) Saudi Dispute with Qatar Has 22-Year History Rooted in Gas. Bloomberg Politics
[5] Fromherz, A.J. (2012) Qatar: A Modern History. Washington, DC, Georgetown University Press, p.38
[6] Coates Ulrichsen, K. (2017) Qatar: The Gulf’s Problem Child. The Atlantic
[7] Egypt finance: Qatar steps in to ease Cairo cash crisis. BBC News, 8 January 2013
[8] Shapiro, J. (2013) The Qatar problem. Foreign Policy
[9] Batrawy, A. & El Deeb, S. (2017) AP Explains: Qatar’s ties with Iran and Islamist groups. The Washington Post
[10] US and Qatar seal $12bn deal for F-15 fighter jets. Al Jazeera, 15 June 2017
[11] Sergie, M. (2017) The Tiny Gulf Country With a $335 Billion Global Empire. Bloomberg
[12] Whitaker, B. (2011) Al-Jazeera – how Arabic news channel became a key player in global media. The Guardian
[13] Telhami, S. (2013) Al-Jazeera: The Most-Feared News Network. Brookings Institution
[14] È notizia del 23 giugno che tra le clausole per la risoluzione della crisi diplomatica del Golfo è stata inserita la chiusura completa di Al-Jazeera. Si veda: Arab states issue list of demands to end Qatar crisis. Al Jazeera, 23 giugno 2017
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