Scritto da Walter Rapetti
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Il “valore” del software: secondo Forbes, la celebre rivista statunitense di economia e finanza, al 31 dicembre dello scorso anno tra i dieci uomini più ricchi del mondo la metà erano proprietari di multinazionali informatiche. Il primo, Bill Gates, padrone della Microsoft Corporation è stato confermato “uomo più ricco del mondo” per il terzo anno consecutivo con un patrimonio personale di oltre 85 miliardi di dollari a cui va aggiunto il controllo su un patrimonio societario Microsoft del valore stimato di 194 miliardi di dollari [1]. Ma la Microsoft Corporation non è un caso isolato. Nella top ten figurano anche Carlos Slim (América Móvil), Jeff Bezos (Amazon), Mark Zuckerberg (Faceboock e WhatsApp) e Larry Ellison (Oracle Corporation). Scorrendo di poco la lista troviamo Sergey Brin e Larry Page (fondatori di Google e proprietari di Alphabet e YouTube), Jack Ma (Alibaba), Yves Guillemot (Ubisoft) e altri proprietari di grandi aziende attive nel settore informatico (quali Apple Inc., PayPal e Uber). La classifica cambia poco se la ordiniamo, invece che per i proprietari, per le aziende dal maggior fatturato annuo globale. In questo caso guadagnano posizioni aziende suddivise fra diversi proprietari quali Apple Inc., Telecom, Priceline, Symantec, Nokia e Netflix.
Sebbene non esistano statistiche totalmente affidabili è ormai evidente che il mercato digitale è diventato il secondo mercato globale in ordine di importanza per quantità di capitali mobilitati ogni anno, preceduto solo dal settore dell’estrazione e della lavorazione dei metalli [2]. Se la metà delle persone più ricche del mondo e poco meno del 50% delle società dal maggiore fatturato globale annuo sono concentrate in un unico settore economico è doveroso soffermarsi sul fenomeno. Se osserviamo i prodotti e l’ambito di mercato occupato da ciascuna di queste grandi società notiamo che ognuna di esse ha creato un monopolio o un oligopolio nel suo settore.
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Indice dell’articolo
Pagina corrente: Introduzione
Pagina 2: Il software proprietario
Pagina 3: Conclusioni
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