Scritto da Diletta Alese e Giulio Saputo
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In vista dell’anniversario della marcia su Roma di domani pubblichiamo, come utile contributo al dibattito, questo articolo inviatoci da Giulio Saputo, ex Segretario della Gioventù Federalista Europea, e Diletta Alese, Presidente Gioventù Federalista Europea Roma.
Ad un secolo da Caporetto e a 80 anni dall’introduzione della prima legge sulla difesa della razza (Regio Decreto n.880/37), non abbiamo solo eclatanti casi di una sottocultura fascista e razzista che sta emergendo con violenza (vedi il recente scandalo riguardo l’immagine di Anna Frank), ma ogni giorno assistiamo alla quotidianità di un linguaggio politico e mediatico altrettanto allucinante a cui iniziamo ad essere assuefatti.
Viviamo nel pieno di una crisi valoriale, spirituale e materiale (Toynbee) che colpisce l’intero paese e trova terreno fertile in un’Europa che dà solo risposte apparentemente distanti. Con la scomparsa progressiva di tutti i testimoni, stiamo perdendo la consapevolezza che non esiste immunità ai germi del Secolo Breve. Se essere antifascisti e antirazzisti non era assolutamente sindacabile fino a qualche tempo fa, non essendo neanche una questione di “destra o sinistra”, nella ridefinizione al ribasso orizzontale e verticale dei diritti frutto dell’ultimo decennio di crisi, tutto è stato rimesso in discussione.
Prendiamo alcuni dati interessanti che ci offrono uno spaccato della società italiana: 1 italiano su 10 è antisemita (CDEC), abbiamo il più alto tasso al mondo di ignoranza sull’immigrazione (Ipsos-Mori), il 65% dei nostri concittadini pensa che i rifugiati siano un peso e un buon 40% ritiene che le religioni altrui costituiscano un pericolo per la comunità (Commissione Jo Cox).
Probabilmente dopo un rapido giro sui social potevamo più o meno realizzare questa triste situazione, ma cosa ci ha portato alla riabilitazione quasi completa del fascismo? Cercheremo di seguire, per mancanza di tempo e spazio, quattro principali (sebbene incomplete) strade interpretative per tentare di dialogare con l’attualità cogliendo delle prospettive di lunga durata.
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Indice dell’articolo
Pagina corrente: Il ritorno del fascismo
Pagina 2: La decadente retorica nazionale e la crisi di legittimità della politica
Pagina 3: L’imbarbarimento del linguaggio e la guerra tra poveri
Pagina 4: Che fare? Qualche risposta al diffondersi del fascismo