Scritto da Luca Picotti
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L’epoca che stiamo vivendo sembra colta da una forma di stress da innovazione. Il termine coniato da Bauman, retrotopia, descrive appieno questo sentimento. Il passato diventa un luogo idilliaco cui guardare perché «la nostra è un’epoca in cui il futuro si presenta sempre più incerto e minaccioso, lasciandoci in balìa di un presente in cui – scomparsi tutti i progetti collettivi – l’idea di progresso si è completamente privatizzata»[3]. Il peccato originale della rete, scrive Mezza, è il decentramento del sapere, in linea con l’esplosione individualista del ’68: «La libertà è diventata marketing, l’autonomia profilazione, l’open source proprietà degli algoritmi, l’intelligenza artificiale riprogrammazione privata della vita, la partecipazione condizionamento digitale del voto» (p.255).
Come comportarsi dinanzi alla rete, ai monopoli e agli algoritmi? Come correggere la rotta intrapresa con il repentino e incontrollato sviluppo della tecnologia? Mezza suggerisce vari spunti, inerenti a diverse realtà, ma accomunati dalla necessità che sia l’utente-consumatore a negoziare e contrattare, pretendendo condivisione e trasparenza nel controllo degli algoritmi. Si va dai cittadini dei centri urbani, con l’ipotesi del Piano regolatore delle intelligenze urbane (Priu), alle università, con la loro responsabilità di difensori civici dell’evoluzione del calcolo delle comunità urbane, per poi passare alle categorie professionali (medici, avvocati, giornalisti, etc.), che dovranno lottare contro la dis-intermediazione in atto nelle società occidentali. L’Autore predilige la negoziazione tra utenti e proprietari alla totale statalizzazione dell’algoritmo, che sostituisce alla dittatura dei proprietari una forza, quella pubblica, altrettanto autoritaria – come nella realtà russa e cinese.
L’Autore confida in un neokantismo digitale, dove si possa trovare un equilibrio tra utenti e proprietari e tra pubblico e privato. Un modo per rendere la potenza di calcolo dell’algoritmo trasparente e condivisa.
Il libro di Mezza esplora la realtà attuale in tutte le sue sfumature e con taglio interdisciplinare. La densità contenutistica rende il volume estremamente interessante e un ritratto accurato del presente. L’obiettivo dell’Autore non è quello di invitare il lettore a guardare nostalgicamente verso il passato, anzi. È proprio il futuro il tema principale di queste pagine e per questo motivo il giornalista sottolinea l’urgenza di un nuovo patto sociale: per il bene della nostra democrazia, minacciata dalla potenza di calcolo degli algoritmi e, più in generale, dalla Tecnica. In questo messaggio risiede il valore e il merito del libro di Michele Mezza.
[1] Queste parole sono state pronunciate da Adriano Olivetti l’8 novembre del 1959, in una cerimonia alla quale partecipò anche il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. La citazione è riportata a pagina 17 del libro.
[2] L’AGCOM definisce Over-The-Top le imprese che forniscono, attraverso la rete Internetm servizi, contenuti e applicazioni.
[3] La citazione, Z. Bauman, Retrotopia, Laterza, Roma-Bari 2017, è riportata a pagina 253 del libro.