Scritto da Lorenzo Cattani
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La candidatura di Martin Schulz (eletto a presidente del partito con il 100% delle preferenze) alle elezioni federali di questo settembre ha rimescolato le carte in gioco. Nonostante alcuni segnali positivi registrati nei sondaggi di questo inverno, in cui la SPD raggiunse il 30% e Schulz veniva dato in vantaggio di 11 punti su Angela Merkel, negli ultimi mesi Schulz e il suo partito hanno dovuto affrontare una serie di sconfitte importanti a livello locale. Una su tutte quella che ha visto la CDU trionfare in Nordrhein-Westfalen, il Land in cui Schulz è stato sindaco e storicamente roccaforte socialdemocratica. Nonostante ciò, i sondaggi di maggio rilevano che, seppur in calo, l’SPD si attesta a livelli superiori rispetto a quanto registrato prima dell’elezione di Schulz (nello specifico 5-6 punti in più rispetto a prima). Questa situazione è molto particolare e merita di essere indagata ulteriormente. Nonostante la SPD debba discutere e approvare il suo programma elettorale completo in occasione del congresso del 25 giugno è già possibile commentare questi risultati alla luce della più importante novità che Schulz ha introdotto: smontare l’Agenda 2010.
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Indice dell’articolo
Pagina corrente: Introduzione
Pagina 2: Una carriera partita dal basso
Pagina 3: Rivedere l’agenda 2010: un passo importante ma non sufficiente