Scritto da Daniele Molteni
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Come può oggi l’economia rispondere ai bisogni reali della società, ridurre le disuguaglianze e costruire un futuro sostenibile? La Biennale dell’Economia Cooperativa, tenutasi a Bologna il 24 e 25 ottobre 2024, ha provato a dare una risposta a queste domande tanto ambiziose quanto concrete. Con il titolo “Futuro Plurale”, l’evento ha riunito voci autorevoli del mondo della cooperazione, delle istituzioni, della politica e dei sindacati per due giorni di dibattito e riflessione con lo scopo di affrontare le grandi sfide globali attraverso il prisma della cooperazione, dell’inclusione, della solidarietà e dell’innovazione sociale. Pandora Rivista ha collaborato all’evento.
Questa pagina verrà progressivamente aggiornata con i link ai contributi e alle interviste che dedicheremo all’evento.
A questo link il sito della Biennale dell’Economia Cooperativa col programma completo degli eventi.
A questo link le registrazioni degli eventi della Biennale dell’Economia Cooperativa.
Ospitata nella suggestiva cornice di Palazzo Re Enzo, la Biennale dell’Economia Cooperativa ha dimostrato come la cooperazione possa rappresentare un ponte tra politica e mercato, offrendo un modello di sviluppo capace di coniugare progresso economico e giustizia sociale. «Un approccio che non solo affonda le sue radici nella storia ma che guarda con determinazione al futuro», ha ricordato Simone Gamberini, Presidente di Legacoop, aggiungendo: «Noi ci candidiamo a essere uno dei soggetti che determina una visione differente del futuro del Paese e a presentare i contenuti per una nuova agenda delle priorità, che metta al centro le persone, di fronte al fallimento e al tentativo di rigenerarsi del modello capitalistico puro».
Durante l’inaugurazione, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stato sottolineato sin da subito il ruolo storico della cooperazione sancito dall’articolo 45 della Costituzione italiana, che al primo comma recita: «La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità». Un articolo esplorato nella sua costruzione costituente dal libro di Mattia Granata dal titolo Quarantacinque. Il dibattito sulla Cooperazione alla Costituente (Rubbettino 2024), presentato in dialogo con Carlo Galli e Francesco Vella, che ha evidenziato come al tempo dell’Assemblea costituente ci fossero delle posizioni plurali, rappresentanti diverse culture politiche, ma capaci di trovare dei compromessi e promuovere formalmente il bene comune nel segno della Costituzione antifascista e della cooperazione.
I contributi di personalità attive da anni nel mondo della cooperazione hanno testimoniato la vitalità e l’eterogeneità del modello cooperativo. Maurizio Faro, Presidente di Geotrans, ha raccontato di come questa azienda logistica confiscata alla mafia nel 2014 dopo un periodo di transizione, nel 2020 sia stata trasformata in una cooperativa dai suoi ex dipendenti e sia riuscita a ricostruire il proprio portafoglio clienti e aumentare i livelli occupazionali attraverso il sostegno di Legacoop Sicilia, CGIL e Libera. Fabrizio Galavotti, presidente di C.A.B. Ter.Ra., ha raccontato l’esperienza bracciantile e l’origine della storica cooperativa agricola che presiede, situata nel territorio ravennate, fondata nel 1883. Una cooperativa conosciuta per il suo impegno nella bonifica di terreni paludosi e per le sue attività agricole sostenibili, che ha affrontato gravi difficoltà a causa di eventi climatici estremi, in particolare le alluvioni e le grandinate che hanno colpito la Romagna. Daniela Mori, Presidente di Unicoop Firenze, ha testimoniato la crescita sostenibile e inclusiva della cooperativa e la capacità di affrontare le sfide economiche con iniziative strategiche che hanno rafforzato il legame con i soci e il territorio. Tre esempi della capacità di questo modello di rispondere alle sfide contemporanee senza tradire la propria identità che vede nel mutualismo una forza propulsiva per una crescita collettiva. Un’identità ripresa anche dal sindaco di Bologna Matteo Lepore nel ricordare come le cooperative svolgano un ruolo fondamentale nel supporto alle comunità, citando l’impegno collettivo della città nei giorni dell’alluvione avvenuta in concomitanza con la Biennale.
La partecipazione di numerosi rappresentanti di Legacoop provenienti da diverse regioni italiane ha offerto un’opportunità unica per esplorare le molteplici sfaccettature del movimento cooperativo, un fenomeno che affonda le radici in oltre 140 anni di storia e testimonia la capacità di evolversi e adattarsi alle sfide del tempo. Questo lungo percorso, che ha visto i braccianti e le mondine alla base della cooperazione, si è arricchito nel tempo di nuovi progetti, sostenuti soprattutto dalle giovani generazioni, che portano avanti l’eredità di chi ha creduto nella forza del mutualismo come alternativa all’individualismo e alla speculazione. La riflessione sul ruolo e sull’evoluzione della cooperazione italiana è stata un elemento centrale della Biennale, con un focus particolare sull’importanza di mantenere vivo quello spirito di solidarietà che ha caratterizzato il movimento sin dalle sue origini. Roberto Negrini, Direttore della Biennale, ha evidenziato con forza la necessità di preservare l’autenticità del movimento cooperativo, evitando l’omologazione alle logiche di profitto delle imprese capitalistiche, che rischiano di svuotare il significato stesso della cooperazione. Per Negrini, il mutualismo non deve diventare una parola vuota, ma deve continuare a essere la base di un’economia che metta al centro le persone e il benessere collettivo, accantonando logiche di guadagno individuale a ogni costo. Solo così la cooperazione potrà mantenere la sua identità e il suo ruolo fondamentale nella costruzione di una società più giusta e solidale.
I concetti di giustizia e solidarietà hanno risuonato nell’intervento di don Luigi Ciotti sul contrasto alle infiltrazioni mafiose, un problema che minaccia in modo significativo non solo la legalità, ma anche l’economia sana e giusta. Don Ciotti, Presidente di Libera, ha portato un importante contributo richiamando con vigore l’attenzione sul ruolo fondamentale che le cooperative possono svolgere nella promozione di un’economia etica, ripulita da ogni forma di criminalità organizzata. Ciotti ha sottolineato come le infiltrazioni mafiose possano minare la capacità delle comunità di svilupparsi in modo sano e sostenibile, ma ha anche messo in evidenza gli esempi virtuosi di beni confiscati alle mafie, che vengono restituiti alla collettività attraverso il lavoro delle cooperative. Questi progetti non sono solo un segno di resistenza contro le logiche criminali, ma rappresentano anche un motore di cambiamento e una forza positiva in grado di arginare le derive mafiose, dimostrando che è possibile costruire un’economia basata sul rispetto per i diritti di tutti. In questo senso, l’azione delle cooperative diventa un atto concreto di opposizione alle mafie, un segno di speranza per una società più equa e libera.
In questa Biennale non sono mancati i dibattiti sulla prospettiva sovranazionale e in particolare sulle difficoltà che l’Unione Europea è chiamata ad affrontare in un’epoca di forte incertezza e di rinnovata competizione tra soggetti internazionali, compreso il timore di nuovi dazi commerciali nell’attuale ridefinizione dei cardini della globalizzazione economica. Il tema è stato toccato in particolare negli interventi di Lucrezia Reichlin sugli strumenti fiscali per un’Europa competitiva e sostenibile e di Enrico Letta, che ha presentato il suo rapporto Much More than a Market in forma di roadmap con l’obiettivo di modernizzare e rafforzare il mercato unico europeo, affrontando le sfide attuali di competitività e coesione sociale. Ruth Paserman, della Direzione generale per l’occupazione, gli affari sociali e l’inclusione della Commissione Europea, Gianluca Salvatori, Segretario di Euricse, e Juan Antonio Pedreno, Presidente di Social Economy Europe, hanno spaziato dalla transizione energetica all’adozione di modelli economici virtuosi, mettendo in luce il potenziale delle cooperative per un’economia sociale europea fatta di finanza, politiche di coesione e politiche industriali nel segno della sostenibilità sociale e ambientale.
Tra i temi legati all’innovazione, Noreena Hertz, economista e consulente per imprese e organizzazioni non governative, ha esplorato gli impatti dell’intelligenza artificiale sul lavoro e sulle relazioni umane, stimolando una riflessione su come il progresso tecnologico possa essere guidato da principi etici e inclusivi e sull’importanza delle comunità. Una innovazione così dirompente come quella dell’intelligenza artificiale, infatti, necessita di essere controllata nei suoi utilizzi per il benessere collettivo e la riduzione delle disuguaglianze economiche e sociali presenti. Emerge quindi l’importanza di un ripensamento dell’idea di welfare, poiché anche il digitale richiama nei suoi rischi la creazione di nuove disuguaglianze. L’argomento è stato oggetto degli interventi di Enzo Risso, Direttore scientifico di Ipsos e Linda Laura Sabbadini, esperta statistica, che hanno analizzato gli scenari futuri per l’Italia, le percezioni e la necessità di un approccio integrato che valorizzi il contributo delle cooperative per dei servizi sociali accessibili. È emersa, in questo contesto, una situazione in cui le percezioni degli italiani stanno cambiando, in particolare in relazione alla fiducia nelle istituzioni e alle aspettative economiche. I cambiamenti vanno dai bisogni di maggiore sostenibilità e inclusività a una considerazione positiva relativa all’importanza di adottare nuove strategie per affrontare le sfide economiche e sociali, inclusa la ricerca di un mutualismo e forme più inclusive di impresa per risolvere il crescente disagio sociale e il disagio mentale che colpisce i più giovani.
Il leitmotiv di questa Biennale, ovvero il ruolo dell’economia cooperativa come alternativa al capitalismo neoliberista e alla mera ricerca di profitto, è stato ripreso negli intervenuti di Elly Schlein, Fabrizio Barca e Walter Massa, che insieme a Simone Gamberini hanno discusso dell’importanza di un’economia capace di contrastare le disuguaglianze sociali e promuovere una partecipazione democratica. Un nuovo raccordo tra società e mercato che veda nel lavoro lo strumento fondamentale per l’affermazione della dignità individuale e collettiva, esemplificato da quella che è la strategia dell’esperienza dell’ex collettivo di Fabbrica GKN di Campi Bisenzio, dove gli operai licenziati da una multinazionale hanno deciso di proporre un azionariato popolare per riconvertire la fabbrica nel segno della sostenibilità ambientale e sociale.
Nel corso di questa edizione, numerosi sono stati gli interventi e le occasioni di confronto che hanno avuto luogo, offrendo spunti di riflessione e dibattito su tematiche di grande rilevanza per l’economia e la società. Tra i temi trattati, si è parlato approfonditamente dei distretti economici e industriali italiani, con un particolare focus sul settore agroalimentare, che rappresenta una delle eccellenze del nostro Paese, ma anche delle storie di successo delle cooperative, raccontate nell’ambito di Biennale Off, e dell’emergere delle nuove generazioni attraverso il progetto Biennale Giovani. Questi momenti si sono contraddistinti per l’approccio orientato alla promozione di una cooperazione autentica e responsabile, fondata sui principi di solidarietà, equità e sostenibilità. L’obiettivo di tali iniziative è stato quello di promuovere un modello economico che, oltre a generare valore, ponga al centro delle sue priorità il benessere delle persone e la tutela del pianeta.
Si è così delineata la necessità di un’economia capace di rigenerare i tessuti sociali, dove l’attenzione non è rivolta solo alla crescita economica fine a sé stessa, ma alla creazione di un equilibrio che metta in primo piano i bisogni umani e il rispetto per l’ambiente, ponendo le basi per un futuro diverso. Il titolo di questa edizione, infatti, ha sottolineato l’importanza di un pluralismo che, purtroppo, appare sempre più minacciato da fenomeni di chiusura e intolleranza. In un contesto globale che tende spesso ad appiattire le differenze, è fondamentale preservare e valorizzare la diversità come risorsa, affinché l’economia e la società possano evolversi in direzioni inclusive, rispettose e orientate alla solidarietà. Questi incontri e riflessioni hanno contribuito a delineare una visione di un’economia rigenerativa e cooperativa, che non solo risponde ai bisogni materiali, ma promuove anche un’idea di crescita che non sacrifica l’ambiente e le generazioni future. Un modello che vuole costruire ponti, anziché muri, con un orizzonte di speranza e opportunità per tutti.
Il dialogo conclusivo tra Francesca Mannocchi, giornalista, scrittrice e documentarista, e Giacomo Bottos, che ha avuto luogo come evento extra del Festival del Presente organizzato da Pandora Rivista, ha rappresentato un momento significativo di chiusura della Biennale. Durante questo incontro, è emersa una riflessione profonda sulla necessità di un impegno internazionale più deciso e incisivo per affrontare e risolvere i conflitti globali, come quelli in corso in Medio Oriente e in Ucraina. Francesca Mannocchi ha messo in evidenza, in particolare, l’urgenza di un cessate il fuoco immediato nelle zone di guerra e ha sottolineato la necessità di fermare l’occupazione dei territori palestinesi, facendo appello a una gestione delle crisi internazionali che sia più etica e rispettosa dei diritti umani e del diritto internazionale. Ha evidenziato come anche l’Europa e l’Occidente debbano assumersi maggiori responsabilità nella promozione della pace e della giustizia globale, evitando di ignorare le sofferenze dei popoli coinvolti in questi conflitti come nel caso del ritiro dall’Afghanistan terminato il 15 agosto 2021 con il ritorno dei talebani a Kabul. La conversazione si è configurata, dunque, come un invito forte e urgente ad agire con maggiore responsabilità al fine di contribuire concretamente alla risoluzione delle crisi che minacciano la stabilità mondiale esacerbando le disuguaglianze a livello internazionale.
Nel contesto di una Biennale che ha celebrato la città di Bologna come capitale della cooperazione, questo evento si è inserito come uno dei momenti cardine di un percorso che guarda con determinazione verso il futuro. In particolare, la Biennale si è configurata come un passo fondamentale in vista del 2026, quando si celebreranno i 140 anni di Legacoop. La manifestazione ha trattato temi cruciali per il presente e per il futuro, spaziando dalla sostenibilità alla solidarietà, dalla transizione ecologica e digitale alla giustizia sociale nel segno del mutualismo. Ogni aspetto di questa due giorni intensa ha mostrato come il movimento cooperativo, in tutte le sue sfaccettature, possa rappresentare un pilastro essenziale per affrontare le sfide più urgenti del nostro tempo. Le discussioni e le riflessioni emerse hanno confermato il ruolo centrale che la cooperazione può svolgere nel ridisegnare i valori fondanti del nostro Paese, del continente europeo e non solo, con una strategia che metta al centro la crescita collettiva promuovendo un modello di sviluppo più inclusivo, equo e orientato al bene comune. In questo contesto, la cooperazione emerge come uno strumento imprescindibile per rispondere alle crisi del presente e per costruire un futuro che sia davvero migliore per tutti gli esseri viventi che abitano il pianeta.