Carola Frediani riflette sul problema della cybersicurezza legato allo sviluppo delle tecnologie di intelligenza artificiale.
Walter Quattrociocchi ripercorre i risultati del suo gruppo di ricerca, giungendo alle nuove indagini incentrate sull’IA.
Simone Arcagni riflette sulla dialettica dell’IA con la dimensione della letteratura, dei miti e delle rappresentazioni artistiche.
Andrea Daniele Signorelli riflette sull’intelligenza artificiale a partire dal tema del simulacro e della simulazione.
Gabriele Balbi inquadra gli sviluppi dell’intelligenza artificiale nel contesto della rivoluzione digitale vista come “ultima ideologia”.
Roberto Paura - Presidente dell’Italian Institute for the Future - inquadra lo sviluppo dell’IA partendo dai concetti dei futures studies.
Valerio Bassan analizza la parabola involutiva dell’ecosistema Internet, a partire dal suo libro “Riavviare il sistema”.
Simone Pieranni analizza obiettivi e direttrici della strategia di sviluppo cinese: dalla fabbrica del mondo alla supremazia tecnologica.
Mariarosaria Taddeo esplora le sfide etiche e strategiche legate all’integrazione dell’intelligenza artificiale nella difesa.
Federico Cugurullo riflette sul crescente numero di IA che contribuiscono ormai a scandire l’esperienza urbana di milioni di persone.
Fabio Chiusi delinea criticamente i riferimenti culturali e la visione di futuro di Elon Musk, e le loro ricadute.
Irene Doda indaga le ideologie che permeano il capitalismo digitale e i suoi protagonisti, soffermandosi sul lungotermismo.
Migliorisi e Salvioli nel loro podcast hanno raccontato Sam Altman, ricostruendo le fratture che attraversano oggi il mondo dell’IA.
Stefano da Empoli - Presidente del think tank I-Com - affronta il tema dell’impatto economico delle tecnologie di intelligenza artificiale.
Luca Verzichelli riflette sull’allontanamento tra cittadini e istituzioni, a partire dal lavoro del progetto REDIRECT – REpresentative DIsconnect RECTification.
Mattia Diletti riflette sulla polarizzazione della democrazia statunitense e sui rischi di una “guerra civile fredda”.