Riccardo Acciai descrive le problematiche, legate alle piattaforme, per la tutela dei dati personali e l’azione dell’UE nel settore.
Raffaele Laudani mette in connessione i concetti di innovazione e partecipazione, oggi largamente impiegati, con i processi storici e sociali
Emiliana De Blasio indaga il rapporto tra la democrazia e il potere degli algoritmi, fra mobilitazione online e partiti piattaforma.
Paolo Gerbaudo analizza i partiti digitali o “partiti piattaforma”, un riflesso nella sfera politica della piattaformizzazione della società.
Tra le “parole ombrello” che più ricorrono ce ne sono alcune particolarmente popolari come innovazione, smart, resilienza o partecipazione.
Il filo conduttore del lavoro di Hartmut Rosa sono le dinamiche, i problemi e le potenzialità della modernità e le loro implicazioni.
Umberto Curi, oltre ad aver a lungo riflettuto sulla tecnica, ha sempre dedicato una grande attenzione al ruolo pubblico della filosofia.
Francesca Roversi Monaco approfondisce il medievalismo come occasione per far reagire storiografia con le domande del presente.
Enrico Giovannini riflette su come il paradigma della sostenibilità reagisca alla pandemia e sulle possibili risposte alla crisi.
Fabrizio Barca e Patrizia Luongo descrivono tre possibili scenari per il futuro, sottolineando l’importanza della mobilitazione sociale per il cambiamento.
Lo shock della pandemia potrebbe, secondo Mauro Magatti, portare ad un ripensamento dei concetti di libertà e generatività.
L’architetto Stefano Boeri riflette su come ridisegnare gli spazi dell’abitare pubblico e domestico nel mondo post covid-19.
Giuseppe Provenzano affronta l’impatto della pandemia a partire dai divari storici della società italiana delineando uno sviluppo attento ai luoghi.
Brando Benifei ricostruisce la risposta dell’UE al Covid-19 e come l’agenda e il dibattito europeo siano stati profondamente trasformati dalla pandemia.
Mariana Mazzucato riflette sulle tre crisi che sta attraversando il capitalismo e su come evitare gli errori compiuti dopo la grande recessione del 2008.
Paolo Magri riflette sugli effetti geopolitici della crisi sanitaria e sul suo impatto nel riscrivere la geografia della globalizzazione.